mercoledì 8 maggio 2013
IL VOLTO FASCISTA DELLE FORZE DELL’ORDINE NELLA SOCIETA’ DEL CONSENSO ASSOLUTO
Ieri, 7 Maggio, ancora una volta la polizia italiana, a Napoli, ha mostrato il suo vero volto. Quello del fascismo più feroce e vigliacco. Gli sgherri di quel regime finanziario che sta, oramai, cancellando la democrazia e i diritti dei cittadini e dei lavoratori, in gran parte d'Europa e del mondo, nel nome del neoliberismo più spinto, del mercatismo, degli affari e del denaro, hanno, per ben due volte, nella nostra città -governata da un sindaco di sinistra (?)- aggredito studenti indifesi, con spietata premeditazione e, credo oramai di poterlo affermare con certezza, sulla base di una discriminante ideologica: il fascismo che, come ben sappiamo, attraversa, storicamente, le forze dell'ordine di questo nostro "democratico" paese.
La prima volta, in mattinata, sotto la Prefettura. Un gruppo di studenti, riunitosi per contestare l’arrivo della Ministra all’Istruzione, Maria Chiara Carrozza –all’indomani delle violente cariche poliziesche effettuate a Milano, fin dentro il perimetro universitario- viene prima aggredito da noti esponenti del neofascismo napoletano, che capeggiavano una manifestazione di lavoratori del Consorzio di Bacino, e poi caricato dagli sbirri. Ritorna, dunque, l'allegra saldatura -sempre in senso anticomunista, ovviamente- tra forze dell'ordine e fascisti, come già si era vista, nel nostro paese, durante tutti gli anni '70. Anni durante i quali, come ho più volte ripetuto, i vertici di Carabinieri, Polizia e Servizi non disdegnavano di collaborare con fascisti e mafiosi, nel quadro di quella strategia della tensione, che tanti morti e feriti "civili" ha lasciato sul campo.
La seconda volta, la Polizia ha caricato, ancor più selvaggiamente e con ancor più vile premeditazione, gli studenti sotto al Conservatorio, minacciando, tra l’altro, passanti e abitanti del quartiere, che protestavano vivacemente contro quel barbaro e gratuito pestaggio.
Ora, qualcuno ci dice che il fantasma della Grecia e di quell'Ungheria, ormai caduta sotto il regime fascista di Orban, sono lontani. Ma, a parte il fatto che, tanto economicamente quanto politicamente, le similitudini sono inquietanti : disoccupazione in aumento, debito pubblico alle stelle da ripianare in vent’anni grazie al patto di stabilità (Fiscal Compact), elezioni con risultati praticamente truccati; ma qui, come è già successo in Grecia e in Ungheria, le forze dell’ordine sembrano oramai, come dicevo prima, spalleggiare forze di estrema destra e, invece di tutelare i cittadini, ne minacciano l’incolumità trasformandosi, di fatto, nel braccio armato di un potere politico accucciato ai piedi della finanza mondiale e di quelle lobby che non permettono a chicchessia di contrastarne il potere. Il dissenso è, praticamente, stato messo a tacere. Non una voce si può levare contro l’imperante dittatura del mercato e del denaro. E chi lo fa, viene manganellato spietatamente dai servi in divisa.
Queste, m i si perdoni il pessimismo, sono le premesse -storicamente ve n’è riprova- per un colpo di stato fascista, qualora la crisi non trovasse risoluzione. E’ accaduto negli anni ’20 in Italia, all’indomani dei disordini del “biennio rosso”; è accaduto nella Germania di Weimar, funestata dall’onda lunga della crisi del ’29; stava accadendo in Italia, durante gli anni ’60 e ’70: tentato golpe Di Lorenzo, tentato golpe Borghese, tentato golpe della Rosa dei Venti. Per di più, oggi, non abbiamo un Partito Comunista -o una forza Comunista- che possa fare da argine ad una tale e funesta eventualità. Per favore, non dimentichiamo!!!
PER UN ANTIFASCISMO MILITANTE, ORA E SEMPRE RESISTENZA .