domenica 15 giugno 2014

LA FLESSIBILE MORALE RIVOLUZIONARIA DI GRILLO

Con Renzi mai! Aveva dichiarato, con tono profetico ed inconfutabile, Grillo. Per l’acrobata della retorica demagogica e per la sua brigata rivoluzionaria, l’ex sindaco di Firenze rappresentava, infatti, almeno fino ad oggi, il male assoluto. L'uomo delle lobby, delle banche, della Troika. Ebbene, dopo lo xenofobo ed il fascistoide Farage, il Gatto&la Volpe -Grillo&Casaleggio- aprono, invece, opportunisticamente, in materia di legge elettorale, anche a quello che, fino ad ieri, era considerato l'immondo Renzi. Solo un primo passo, certo; ma comunque un passo in quella direzione, finora tanto deprecata.
La raffinatissima motivazione addotta per giustificare questa scelta –di cui, tra l’altro, non m i pare abbiano dato conto all’ingenua e credulona base: ma ingenua fino a che punto?- è riportata, in un post sul blog di Grillo, firmato dalla premiata ditta G&C: «Renzi è stato legittimato da un voto popolare e non a maggioranza dai soli voti della direzione del Pd». Verissimo. A questo punto, però, verrebbe spontaneo obiettare: l'elezione del neo evangelico Matteo, salvatore del pregiudicato di Arcore, assolutore, in proprio, dell'uomo della P2, responsabile, con il PD, del tracollo morale, sociale, economico e politico del nostro paese, non rientra in quel gioco, truccato e fintamente democratico, che i grillini avrebbero voluto far saltare? Renzi non è stato eletto grazie a brogli -denunciati in gran quantità, dopo le elezioni, dai pentastellati- e al sostegno delle lobby e di quel sistema disinformativo, costituito dai media italiani, i quali, piegati alle logiche dei poteri forti, gli hanno tirato la volata, proprio con il mefistofelico scopo di far perdere il Movimento 5 Stelle? E i suoi elettori non sono, quando tutto va bene, degli imbicelli, se non addirittura dei venduti? Sedersi ad un tavolo con lui equivarrebbe, pertanto, almeno dal mio punto di vista e stando alla logica politica fin qui perseguita dal M5S, a legittimarlo. E legittimare lui, per la proprietà transitiva, vuol dire legittimare il sistema. Ma si sa, in Italia, la flessibilità morale, non solo quella lavorativa, è una necessità. Quindi, ben venga l'abboccamento con Renzi, anche se, fino ad ieri, era Satana. Del resto, il diavolo, a volte, può essere meno brutto di come lo si dipinga. Specie se porta voti.
Già mi aspetto, a questo punto, da parte del Movimento, dei suoi deputati e dei suoi militanti ed adepti, i più fantasiosi ed inverosimili equilibrismi linguistico-concettuali, per giustificare tale strategica scelta; e tra questi, potrei anticiparne sin d'ora qualcuno. Ad esempio: siamo andati a vedere le carte del PD per scoprirne il bluff. Se Renzi non è stupido, come non credo sia, ahimè, accetterà il dialogo, scaricando la pistola in mano a Grillo, qualunque dovesse essere l'esito dell'incontro.
E allora, mi sia consentito rivolgere a Grillo, a Casaleggio e ai tanti amici grillini, un umile suggerimento. Quando si vogliono vestire i panni del Savonarola di turno, moralizzatore dei costumi; quando si vuol essere duri e puri o, ancor meglio, rivoluzionari, poi bisogna avere le palle di sostenere, fino in fondo, i propri principi e di condurre le proprie battaglie fino alla morte, senza porre deroghe alla propria etica e al proprio agire. A Napoli si dice: nun fa diebbete cu 'a vocca! Grillo ne ha fatti tanti, forse troppi, in questi anni. Ora, dubito che abbia il coraggio di morire per le proprie idee. Anche perché, per morirne, bisogna avercegli gli ideali, oltre agli attributi. Per questo, personalmente, continuo a definirmi, benché accusato, a volte, di anacronismo, marxista e comunista: un sistema di valori, congiunto ad una condotta etica ed esistenziale, almeno per me, non negoziabile. E per lo stesso motivo, imbevuto di idealità -o, se preferite, di ideologia- mai potrei sostenere un movimento come quello a cinque stelle. Pur nella consapevolezza di condividere, come ho spesso sottolineato, molte delle battaglie politiche che esso conduce.


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