domenica 28 settembre 2014

L’ANTIFASCISMO È UN REATO! L’ARRESTO DEL COMPAGNO NUNZIO D’ERME E LA STRATEGIA REPRESSIVA DEGLI ORGANI DELLO STATO, AL SERVIZIO DEL PADRONATO

Insomma, questi comunisti, antagonisti, marxisti, leninisti, eversivi e soprattutto anacronistici, sembrano proprio non volersi rassegnare alla modernità liberal-liberista e italianamente renziana. Non gli entra, in quella testa dura e rossa, che l'antifascismo è un reato! Le ideologie sono superate –come asseriscono anche i rivoluzionari a 5 stelle- e chi sventola la svastica o onora il fascio, non solo ha diritto di parola e di espressione, ma ne ha certamente molto più di un comunista brutto, sporco, cattivo e, diciamolo francamente, sociopatico e fuori dalla realtà. Che poi la Costituzione sia nata dalla Resistenza al nazifascismo, è un puro dettaglio storiografico, ed anche piuttosto ingombrante. Come affermano, del resto, i vertici di una delle più importanti banche d’affari al mondo: la J.P. Morgan. D’altronde, nella sala del congresso americano, i fasci littori hanno pieno domicilio. E noi viviamo nell’epoca del trionfante imperialismo americano. Pertanto, i fascisti omofobi e razzisti, per conto di un dio notoriamente anticomunista, di Militia Christi, sono molto più culturalmente, politicamente e socialmente accettabili –e utili, aggiungerei io- di un esaltato, esagitato marxista, come Nunzio D’Erme. Che pretenderebbe, altresì, in nome di una sua allucinatoria weltanschauung, di battersi contro l’ingiustizia, contro l’omofobia, contro la tirannia del più forte e del più ricco e per la libertà di tutti. 
Ecco, dunque, che nessuna meraviglia ci coglie se le forze dell’ordine e la procura capitolina ne hanno ordinato l’arresto, per fatti avvenuti addirittura più di quattro mesi fa. E tali fatti riguardano proprio l’antifascismo di D’Erme, il quale, insieme ad altri giovani militanti ed attivisti comunisti, ebbe, per l’appunto, l’ardire di respingere l’aggressione di una squadraccia di monaci omofobi, membri di Militia Christi, messa in atto per contestare un incontro pubblico sul diritto alle differenze. Roba da ‘900 e da oscurantismo maoista, in pratica. Di conseguenza, aver difeso quell’assemblea, che peraltro si stava svolgendo in una sede istituzionale, in una sala del Municipio, per la magistratura è diventato un reato, cui applicare addirittura misure detentive. E così, il compagno Nunzio D’Erme se ne va a Regina Coeli. Mentre i fascisti lefebvriani, armati di bibbia e di croce -anche semplice, non per forza celtica o uncinata- godendo, non solo della ferrea protezione di Alemanno e di tutta la destra romana, ma anche di opportuna dispensa e benedizione papale –che a nessuno si nega, sempreché anticomunista- sono liberi di scorazzare per il mondo e di predicare il loro vangelo di violenza e di morte. Non dimentichiamo, infatti, che di Miltia Christi abbiamo già sentito parlare -con Casa Pound e Forza Nuova- per l'assassino del napoletano Ciro Esposito, ucciso da quel Daniele De Santis, vicino agli ambienti del neofascismo romano. D’altronde, proprio in questi giorni, stiamo assistendo, da parte delle Forze dell'Ordine della capitale e della stampa di regime, a rivelazioni quanto meno sconcertanti, pur di deresponsabilizzare il nazi De Santis.
L’arresto di D’Erme, dunque, costituisce l’ennesima prova, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che è in atto, non solo nel nostro paese ma in buona parte del vecchio continente, una strategia repressiva ed intimidatoria, volta a colpire quella voce di dissenso che si leva dai movimenti e da quel blocco sociale, antagonista e anticapitalista, che si richiama alla cultura marxista e comunista. D’altro canto, l’uso feroce dei manganelli da parte delle forze dell’ordine, contro gli attivisti del Movimento No TAV, in Val di Susa, è la rappresentazione più lampante di quanto sto dicendo. Quel blocco sociale -seppur non esteso, almeno in Italia- rifiuta le logiche perverse imposte dal mercato e da un capitalismo finanziario sempre più violento, predatorio, criminale, disumano e disumanizzante e perciò, nell’ottica del potere borghese, va annientato senza mezzi termini. E in questo quadro desolante ed orwelliano, dove chi dissente è o folle, o terrorista, come sempre è avvenuto, dal II conflitto in poi, il fascismo diventa, dapprima veicolo di provocazione e di destabilizzazione sociale, e poi strumento di morte nelle mani del padronato. Sta accadendo in Ungheria, in Grecia, in Ucraina. E addirittura in Francia, un tempo considerata culla della cultura europea, il Front National, di Marie Le Pen, stravince le elezioni europee. Segnali inquietanti , che dovrebbero allarmare un po’ tutti, considerando le sempre più eclatanti derive autocratiche in atto nel nostro paese. Ma nessuno, tranne pochi, appunto, sembra avvertire il pericolo. Del resto, il fascismo del XXI secolo ha, per lo più, smesso la camicia nera e si presenta in giacca e cravatta. Con la faccia bonaria di Renzi.

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