mercoledì 22 ottobre 2014

IN ITALIA, LA LIBERTÀ DI STAMPA È SEMPRE PIÙ UN’UTOPIA E UN PRIVILEGIO RISERVATO AI SOLI GRUPPI FINANZIARI E AI PADRONI. L’INQUISITORE CASELLI VORREBBE METTERE LA MORSA A CONTROPIANO, CONTRO CUI SI APRONO DUE PROCEDIMENTI GIUDIZIARI. SE VORRANNO PORTARCI IN TRIBUNALE, NOI CI SAREMO



Da un po', ho il privilegio di vedere pubblicato, qualche mio articolo, su Contropiano. Giornale comunista ed indipendente. Ora, a quanto pare, due procure vorrebbero mettere la morsa a questo preziosissimo organo di stampa. Due notifiche di apertura di indagini, a carico del giornale, sono state infatti ratificate, dalle procure di Torino e Napoli, alla direzione del quotidiano online.
L'arcigno inquisitore dei No Tav, Gian Carlo Caselli, lo stesso che, che per processare i compagni della Val di Susa, ha rispolverato il reato di terrorismo, intende querelare Contropiano perché si sarebbe sentito diffamato da un articolo comparso sul quotidiano comunista . Mentre, nel caso di Napoli, non si sa per quale pezzo siano state avviate le indagini. Ora, non posso fare a meno di mettere tali atti in collegamento con la discussione, in corso in parlamento, in questi giorni, sulle pene da comminare in caso di diffamazione a mezzo stampa. Caselli ne ha subito approfittato, evidentemente, fedele alla sua linea di giudice repressivo ed anticomunista. Lo stato liberal-democratico italiano, dunque, mostra, ancora una volta, quanto la libertà di stampa, in questo paese ridicolo, sia solo ad appannaggio dei grandi gruppi finanziari e dei padroni, mentre, con i piccoli giornali indipendenti, svela il suo volto repressivo. Tutto ciò va però inquadrato in quella strategia, di più ampio respiro, ormai in atto, da tempo, e non solo in Italia: stroncare ogni voce che si levi alta per dissentire contro quello che, a tutti gli effetti, possiamo definire il fascismo del XXI secolo. il fascismo finanziario, gestito dal capitale monopolistico, a livello globale. Ovviamente, la repressione diventa feroce se, come in questo caso, a dissentire sono forze e voci di estrema sinistra, marxiste, comuniste. Insomma, quelle stesse voci e quelle stesse forze contro cui si scagliò, qualche settimana fa, Roberto Saviano che, del padronato legato al mondo dell’editoria, è il corteggiato e protetto lacchè. A lui è concesso tutto. Anche offendere un’intera città, la sua per inciso, che applaudiva un corteo contro le politiche di austerità, imposte dalla Troika, e che quella città stanno riducendo alla fame. Due pesi e due misure, come sempre, quando si tratta della giustizia di classe e delle libertà accordate dallo stato borghese. E allora, mi viene in mente che, forse, in quanto cittadini e soggetti politici, anche noi, che scriviamo per Contropiano e che, in quanto comunisti, di quella sinistra radicale facciamo parte e a quel corteo partecipavamo con orgoglio, dovremmo querelare Saviano e L’Espersso, per diffamazione a mezzo stampa. Ciò detto, vorrei dire che, per quanto ci riguarda, Contropiano non si tocca. La sua libertà di opinione è inviolabile. Or dunque, se vorranno portare in tribunale il giornale, sappiano che noi saremo lì. A far valere i nostri diritti e a difendere la nostra fetta di Libertà!

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