E ci risiamo…. Pare ci sia una nuova voglia di Genova, di Diaz, di Bolzaneto, tra le forze dell’ordine e tra i politici nostrani, servi del Capitale. Parole già sentite, frasi sibilline, insinuazioni, giustificazioni delle violenze della polizia, terrorismo psicologico e criminalizzazione del dissenso, tornano a fare capolino tra le dichiarazioni di alcuni parlamentari, ma anche di quei giornalisti asserviti e prezzolati dal potere che, pur condannando le violenze della polizia, sostengono che la colpa degli incidenti, avvenuti l’altro ieri durante le manifestazioni, vada ricercata esclusivamente tra quei gruppetti organizzati che, in piazza, ci scendono solo per cercare gli scontri. Insomma, la solita pratica del piede in due staffe, che contraddistingue molta, o quasi tutta, la stampa italiana. La rabbia legittima dei cittadini, siano essi giovani o meno, di fronte alle ingiustizie di un sistema economico-finanziario e politico –il secondo, semplice esecutore legislativo del primo oramai- che li strangola, non è proprio contemplata.
Questa mattina, all’Agorà -programma condotto dall’ambiguo, seppur simpatico, Andrea Vianello su Rai 3- il figlio di papà Michel Martone –viceministro del lavoro e braccio destro della chooseyssima Fornero- con l’appoggio morale del pidiellino Osvaldo Napoli, ha sostenuto che, se la Polizia, durante le manifestazioni dell’altro giorno, ha caricato, manganellato e spaccato teste e facce -perseguendo modalità tipicamente fasciste, aggiungo io- lo ha fatto soltanto perché provocata. Da chi, mi chiedo? Da “facinorosi estremisti” liceali, la cui unica colpa è chiedere che la scuola pubblica non venga massacrata dai tagli previsti dalla legge di stabilità, o spending review che dir si voglia? O da operai, lavoratori, lavoratrici, rei di chiedere il rispetto dei loro diritti costituzionali o la conservazione del posto di lavoro? Si dice (la Rapetto ieri, sempre all’Agorà): ma avevano il casco! E cazzo signora, provocazione intollerabile!!! Ma dopo Genova, neanche quello gli vogliamo consentire?
Ferdinando Adornato, Udc -insomma, quelli con cui Bersani e Vendola vorrebbero governare- stamattina rincarava la dose, sostenendo che le manifestazioni si possono fare, ma devono essere democratiche e pacifiche: attenzione a quelli che vanno in piazza per contestare l’agenda Monti, strumentalizzando il tutto in chiave di violenza. E attenzione anche a quelle forze politiche che, criticandola, offrono una sponda a questi agit prop. Traduzione: il dissenso e l’opposizione alle politiche da macelleria sociale attuate dal governo tecnocratico, servo di banche e mercati, e i cui fili vengono tirati dalla Troika, sono banditi da questo paese. Inoltre, cari operai, studenti, cittadini stanchi di non farcela più ad arrivare alla fine del mese, decidiamo noi come dovete protestare. Se, caso mai, vi saltasse in testa di alzare troppo la voce, fate attenzione: sono pronte le debite punizioni corporali, messe in pratica dagli sgherri in divisa. Una minaccia velatamente mafiofascista, insomma, e in stile tipicamente democristiano, il cui unico scopo è quello di stroncare sul nascere qualunque forma di protesta, sia essa pacifica o violenta. Ricordate il Kossiga teorizzatore dell’infiltrazione dei movimenti di sinistra, pacifici o meno? Facciamoli scendere in piazza, infiltriamo qualche poliziotto che provochi incidenti e poi interveniamo, massacrandoli. Quando le borghesie parassitarie, dalle miliardarie rendite finanziarie, si sentono attaccate nei loro interessi, sono questi i metodi che adottano, ovunque in Europa e nel mondo. Ma nell’Italia dello scellerato patto, in salsa anticomunista, tra istituzioni, mafia, vaticano e servizi segreti, questo, storicamente, è accaduto e accade più che altrove!
W la Democrazia del Capitale….W L’Italia…
Suggerirei, a questo punto, di non aspettare che siano i loro infiltrati a fare danni. Non deleghiamo anche quelle azioni che dovrebbero essere il frutto della nostra giusta rabbia! Non aspettiamo che siano loro a massacrarci, in parlamento e in piazza! Dovremmo essere noi ad alzare il livello dello scontro. Con ogni mezzo!!!
«Se uno lancia un sasso, il fatto costituisce reato. Se vengono lanciati mille sassi, diventa un’azione politica. Se si dà fuoco a una macchina, il fatto costituisce reato. Se invece si bruciano centinaia di macchine, diventa un’azione politica. La protesta è quando dico che una cosa non mi sta bene. Resistenza è quando faccio in modo che quello che adesso non mi piace non succeda più». Ulrike Meinhof
Ricordiamocene di tanto in tanto. Ora e sempre Resistenza!!!
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