giovedì 29 novembre 2012

LA PALESTINA NELL’ONU? IL NO DELLE LOBBY E DEI GRANDI CAPITALI FINANZIARI!

 
Il voto che si terrà oggi all'ONU, per permettere alla Palestina di accedere a quell'assemblea come stato osservatore, su cui l'Italia molto probabilmente si asterrà vergognosamente e contro cui si sino già espressi Israele, USA e Germania -l'Inghilterra non ha ancora deciso- mi suscita alcune riflessioni.
La continuità tra le lobby finanziarie presenti in quei paesi, ma non solo, e gli interessi rappresentati dal governo liberista Monti sono evidenti, a partire dal petrolio. Basti pensare al fatto che il ministro Passera -ricordiamo che il PD lo vorrebbe in un eventuale governo di centrosinistra!!!!- sta per rendere noto il contenuto del "Dl sugli incentivi ed il rilancio delle infrastrutture”, con cui intende dare il via libera a trivellazioni petrolifere e gasiere selvagge nei mari italiani, con un limite per gli interventi off shore che passa da 12 a 5 miglia marine, praticamente sottocosta. Insomma, un governo che, strategicamente, intende fare piazza pulita -anche attraverso i tagli agli incentivi per le rinnovabili- di quell'economia ecosostenibile che a noi comunisti sta tanto a cuore! 
In un tale quadro di interessi finanziari, lo scacchiere medio orientale è ovviamente fondamentale. E sappiamo bene che Israele rappresenta, nel medio oriente, la testa d'ariete che consente all'occidente, e principalmente agli USA, di mantenere i propri sporchi profitti, nonché il controllo su più del 60% delle riserve mondiali di petrolio e gas naturale. Ovviamente, tutto ciò grazie al pretesto fornito dall'infinito, e infinitamente voluto e finanziato, conflitto israelo-palestinese: ma sarebbe più giusto parlare, come sappiamo, di invasione unilaterale e  di genocidio; cui va sommata, per citare Michel Chossudovsky, la quasi totale criminalizzazione del mondo e della cultura araba e musulmana attraverso slogan come "asse del male" "terrorismo islamico", "stati canaglia" "nazioni fallite".  Tutti stratagemmi lessicali, funzionali agli obiettivi geopolitici ed economici -a cominciare appunto dal petrolio- perseguiti da un occidente guerrafondaio, il cui unico scopo è imporre la sua falsa e distorta concezione democratica, dietro cui si nasconde l'unico vero interesse: la globalizzazione del pensiero e dell'economia liberista e del mercatismo, nonché il controllo e la proprietà industriale sulle estese ricchezze petrolifere della regione, imponendo allo stesso tempo, sotto l'egida del FMI e della Banca Mondiale, la privatizzazione delle imprese statali e il trasferimento delle risorse economiche di quei Paesi nelle mani del capitale estero. Una guerra psicologica, insomma -non disgiunta da quella reale- condotta senza esclusione di colpi e senza pietà,  come già quella messa in atto contro il Comunismo.
Ed è chiaro che, stando così le cose, gli USA e i suoi più fedeli alleati/servi                    -Germania, Inghilterra, Italia- senza contare Israele chiaramente, siano contrari al voto in favore della Palestina.
Personalmente e da Comunista, invece, ho sempre sostenuto e sosterrò sempre una risoluzione che preveda, non solo l’entrata della Palestina  all’assemblea dell’ONU, ma il riconoscimento di uno stato Palestinese, libero ed indipendente. 
W la Palestina…W il Popolo e la Resistenza Palestinese

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