martedì 14 gennaio 2014
LA FARSA REFERENDARIA DI UN MOVIMENTO AUTOCRATICO E DALLE PREOCCUPANTI TENDENZE XENOFOBE
Con ventiquattromila voti, felici passano le Leggi. Mi verrebbe da dire, parafrasando Celentano. L’ironia, però, poco mi sembra attagliarsi ad una vicenda seria, come quella che riguarda l’infame reato d’immigrazione clandestina e le ignominiose modalità, con cui la sua eventuale abrogazione è stata gestita dal movimento penta stellato.
Molti di quelli che conosco, simpatizzanti, elettori, attivisti del movimento, oggi diranno, ipocritamente aggiungo, che la democrazia in rete ha trionfato. Quale democrazia, mi domando? Una democrazia-farsa, mi sia consentito dirlo, se un partito da 8 milioni di voti decide di risolvere una questione –l’abolizione del vergognoso reato di clandestinità, appunto- tanto spinosa e angosciante dal punto di vista sociale, economico, politico, culturale e principalmente umano, con una consultazione organizzata a sorpresa e senza un briciolo di discussione interna. Ha ragione da vendere il senatore Campanella, convinto che il web venga ormai usato come «un’arma per gestire la vita di più di 150 parlamentari» e chiudendo con un invito tassativo: «Togliamo quella pistola a Casaleggio!». D’altronde Grillo, al termine della consultazione, si è subito affrettato a dichiarare: «Con l’abrogazione si mantiene comunque il procedimento amministrativo di espulsione, che sanziona coloro che violano le norme sull’ingresso e il soggiorno nello Stato». Come dire: chi se ne frega dei 366 morti di Lampedusa, del 3 ottobre; chi se ne frega delle angosce, delle violenze, delle vessazioni che queste persone –e già, perché di persone si tratta- sono costrette a patire in patria, durante il viaggio e una volta giunti –se e quando ci riescono- sulle nostre coste, accolti in quelle infami strutture-lager che sono i CIE. E chi se ne frega anche della compassione e dell’umano sentimento di solidarietà, che anima coloro i quali, quei naufraghi, in genere aiutano e raccolgono, rischiando di venire accusati di complicità e di finire addirittura in galera. Voi votate, ma tanto le decisioni reali si prendono altrove. E stiamo pur certi che, di quel processo decisionale, Grillo e Casaleggio faranno e fanno parte. Comunque, la maggioranza ha, per il momento, votato per l’abrogazione della Bossi-Fini e quindi i 5S, in aula, dovrebbero, a meno di sorprese, esprimersi in tal senso. Staremo a vedere gli sviluppi.
Veniamo ora, però, al merito della questione, che riguarda la consultazione indetta da Grillo sul suo blog. Le considerazioni da fare sono, a questo punto, tre. La prima: la modalità a sorpresa con cui il Gatto e la Volpe hanno promosso questo pseudo referendum è indicativa di come, a dispetto della tanto sbandierata democrazia diretta, affidata alla rete, Grillo e Casaleggio, in buona sostanza, pilotino e guidino, d’imperio, il movimento. La loro speranza, infatti, era proprio che votasse un numero esiguo di cittadini e rappresentanti istituzionali: sembra che alcuni deputati e senatori non abbiano neanche ricevuto l’avviso della votazione, organizzata in fretta e furia e con molta approssimazione. Al tandem, questa volta, è andata male, ma quello che è accaduto ed il risultato conseguito sono, comunque, la rappresentazione plastica della poca democrazia che connota il movimento. La seconda, diretta conseguenza della prima: pochi hanno il coraggio di andare contro le decisioni e l’impostazione ideologica, populista e tendenzialmente di destra, data da Casaleggio e Grillo. La causa del fatto che abbia votato appena il 25% degli aventi diritto, infatti, oltre a dipendere dalla voluta disorganizzazione che ha caratterizzato il referendum, credo vada ricercata proprio nel timore di esprimersi contro quell’impostazione. Infine, la terza: come ho più volte sottolineato, il Movimento 5 stelle è attraversato, in buona parte, da forti pulsioni xenofobe, demagogiche e fascistoidi, che costituiscono, poi, la cultura di fondo con cui è impastato questo nostro misero paese e della quale il grillismo non è altro che l’ennesima, sconfortante incarnazione. D’altra parte, per capire bene lo spirito che anima il Gatto e la Volpe, basterebbe leggere il loro libro “Il grillo canta sempre al tramonto” nel quale, questi due sinceri democratici, sciorinano una serie di luoghi comuni reazionari, del tutto simili a quelli sbandierati dalla Lega o dalla destra razzista e fascista. Ha ragione Alessandro Dal Lago, stamattina, sul Manifesto: «Nel video Gaia, prodotto da Casaleggio e Associati qualche anno fa, si prevede, tra il serio e il faceto, che tra una trentina d’anni saranno indetti referendum, su scala globale, su temi come la pena di morte. Vengono i brividi a pensare come potrebbe andare. Soprattutto perché, nella visione di Casaleggio e Grillo, i referendum non hanno bisogno di quorum. Insomma, chi partecipa ha il diritto di decidere per tutti…». Questa è la Democrazia del futuro. Venghino siori, venghino!
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