Inghiottito
da stelle nere
nella dogana di un porto
sporco del sangue
della vergine Maria
Smarrito
nel nulla
di una città
vorace
come le cosce aperte
di una madre
puttana
Facevo l'amore
Nell’orrore caldo
della notte
con una bionda
ventenne
Sui sedili luridi
di piacere
e di vergogna
di una macchina
sbandata a caso
sulla strada
bagnata di vino
leccavo avanzi
di passioni perdute
e ingiuriate
E vagheggiavo così
di una splendida perla
creola
baciata tra le gambe
un giorno
nel luccicante inferno
di un'estasi alcolica
Gemeva la bionda
grondavano le sue cosce
Di fragola e latte
Ad ogni spinta
Un miagolio
morente
inchiodava la carne
alla croce
e alla colpa
E si accendeva
la mia fantasia
e furiosa viaggiava
per possederla
Quella creatura creola
come me masticata
dal tempo
e sputata via
dalla vita
Folle
di schegge di vetro
e di ghiaccio.
V. M.
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