martedì 29 gennaio 2013
COMPATIBILISMO E CONCERTAZIONE? LA MORTE DEL SINDACATO E DELLA LOTTA DI CLASSE
Com'è noto, venerdì la CGIL, nel corso della conferenza programmatica, non ha dato la possibilità di parlare a Giorgio Cremaschi -40 anni di sindacato alle spalle- e agli esponenti della Lista Ingroia. Invitati, invece, Bersani, Vendola e quel Giuliano Amato autore, nel 92, di un disastroso accordo sindacale, che Bruno Trentin definì come un agguato, prima di firmarlo e dimettersi. Una chiara scelta di campo del più grande sindacato italiano che, evidentemente, sta operando una scelta compatibilista con il quadro politico che va delineandosi -il cui asse è sempre più spostato a destra- e con i diktat montiani, il cui obiettivo è, addirittura, ridurre al silenzio un'organizzazione che, in passato, ha fatto della difesa dei diritti dei lavoratori, la sua bandiera e il motivo stesso della sua azione. Oggi, come dice lo stesso Cremaschi nell'articolo che riporto: "La segreteria della CGIL non chiede la cancellazione per nessuna delle controriforme del lavoro e delle pensioni di questi anni, solo qualche correzione e misure aggiuntive che però partono dalla accettazione di quanto sanzionato". Un comportamento inaccettabile, perché i provvedimenti di matrice ultraliberista varati dal governo Monti, e votati da quel Pd che nulla ha più di un partito di sinistra, rappresentano una pietra tombale sui diritti delle classi lavoratrici, conquistati in anni di durissime battaglie, non prive di sangue versato per le strade. Tutto ciò, purtroppo, è però il diretto risultato di anni di concertazione, durante i quali il sindacato acquisiva potere ma i lavoratori peggioravano le loro condizioni materiali di vita, fino a giungere ad un presente che vede la riduzione drastica del potere d'acquisto dei salari e, nei casi più drammatici, com'è noto, la cancellazione padronale e arbitraria di posti di lavoro, anche per motivi di appartenenza politico-sindacale (vedi gli operai FIOM fatti fuori da Marchionne)!!!!. Con il padronato, con questo padronato che sta attuando una macelleria sociale senza confini e globalizzata, dunque non si tratta. Si va, si deve andare allo scontro diretto, alzando il livello del conflitto sociale. Riproponendo con coraggio la nostra Lotta di Classe.
Invece, le scelte della CGIL sembrano andare in una direzione opposta che, pur nell'ottica della proposta di alcuni emendamenti, tende ad una sostanziale accettazione dei capisaldi che sottendono le "criminali" controriforme del lavoro e delle pensioni approvate negli ultimi anni. In tal modo, si denuncia la propria rassegnazione di fronte all'attacco senza precedenti sferrato dal Capitale e si dichiara implicitamente, ha ragione Cremaschi, che con l'azione sindacale non ce la si fa più, e quindi si necessita di partiti e governi amici. E allora? Allora una soluzione potrebbe essere quella di ripensare le strategie del sindacato, di rifondarne la struttura, riorganizzandosi, come dice ancora Cremaschi, "attorno alla sofferenza delle persone in carne de ossa, riconquistando e comunicando voglia di conflitto, cambiando strategia e pratica dopo più di venti anni di accettazione del liberismo e delle compatibilità".
INSOMMA, PIU' VOGLIA DI LOTTARE E MENO VOGLIA DI CONCERTARE. IN UNA PAROLA...PIU' COMUNISMO!!!!
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