martedì 9 aprile 2013

IN ITALIA, UNA FAMIGLIA SU SEI VIVE CON 8.000 EURO ALL’ANNO. SOTTO LA SOGLIA DI POVERTA’




In Italia, ottava potenza mondiale -secondo i parametri dell'economia capitalista e mercatista- una famiglia su sei vive con circa otto mila euro all'anno. Questo, mi si consenta, vuol dire essere sotto la soglia di povertà. Significa che la società occidentale è tornata ad uno schema tipicamente ottocentesco, quando la forbice tra ricchi e poveri era insanabile. Da tempo, non siamo tutti uguali ai nastri di partenza, e questo si traduce, in campo scolastico e lavorativo, in una semplice equazione di carattere squisitamente elitario: se hai i soldi studi e puoi aspirare ad un lavoro decente, altrimenti il tuo sarà un destino da schiavo, per tutta la vita!
In questo quadro, poi, le conquiste della classe operaia e lavoratrice, sul versante dei diritti e dell'adeguamento dei salari al costo della vita, ottenute, nel corso del ‘900, con lotte dure e sanguinose, sono andate a farsi benedire, sotto la spinta incessante, aggressiva, autoritaria del modello di sviluppo ultraliberista. Un modello impostosi, oramai, da più di un trentennio nel mondo e che, negli ultimi dieci anni, ha prodotto un massacro sociale di dimensioni planetarie, non destinato ad arrestarsi e perpetrato, con violenza, dai governi e dalle istituzioni europee e statunitensi -Bce, Ue, Fmi, Banca Mondiale- che, ben lungi dal tutelare i popoli e gli strati sociali più bisognosi, salvaguardano, invece, gli interessi delle elite finanziarie, di cui sono servi.
Il tutto, mentre qui da noi –con Grillo- come in quasi tutta Europa con movimenti simili -degli States non parlo, visto che li la situazione è normalizzata da tempo immemore e considero la società americana un esempio acclarato di fascismo- l'unica cosa che si sa fare è prendersela con i politici e, peggio ancora, con la politica. Quasi fosse un’entità astratta ed estranea a noi cittadini. Ora, gli uni e l’altra saranno pure corrotti, incapaci, insensibili alle istanze del popolo, ma lo si vuole capire o no che sono la risultante inevitabile di un paradigma economico-sociale che ha messo al primo posto l'arricchimento personale, l'individualismo, il denaro come unica discriminante? Non si può uscire da una simile situazione di stallo, senza sovvertire completamente il sistema capitalistico. Non ci si può adeguare ad esso, senza esserne fagocitati. Il pericolo, sempre più imminente, come la Grecia e soprattutto l’Ungheria ci dimostrano, è l’instaurazione di regimi autoritari e fascisti, al solo scopo di garantire i mercati e la loro avidità speculativa. La bestia mercatista va abbattuta, non ridimensionata. E questo, come la storia ci ha insegnato, lo si può ottenere solo con una Lotta di Classe senza quartiere e, se necessario, cruenta, per l'instaurazione di una società Comunista. Diceva Che Guevara: «Adesso sapevo... sapevo che nel momento in cui il grande spirito che governa ogni cosa darà un taglio netto, dividendo l'umanità intera in due sole parti antagoniste, io starò con il popolo. E lo so, perché lo vedo impresso nella notte, che io, eclettico sezionatore di dottrine e psicoanalista di dogmi, urlando come un ossesso, assalterò barricate o trincee, tingerò di sangue la mia arma e, come impazzito, sgozzerò ogni nemico mi si parerà davanti». Ecco, si può e si deve stare solo con il popolo, a qualunque costo. A costo anche della propria vita!
W IL COMUNISMO. W LA LOTTA DI CLASSE!

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