venerdì 18 aprile 2014
ECCE AGNUS DEI
Ecce agnus dei
Qui tollis peccata mundi!
Il tuo corpo
martirio
di animale
vagabondo
lo offri a me
puttana eucaristica
sudicia
del sangue
di un cristo
sfamato
di bestemmie.
Ecce agnus dei
Qui tollis peccata mundi!
Il segno
del tuo desiderio
è la croce millenaria
che lacera
la carne
e sbriciola
le ossa
sul Golgota
di una passione
scopata via
nel sudario
dei nostri umani
ti amo
Ecce agnus dei
Qui tollis peccata mundi!
Sulla tavola
imbandita
del rito cannibalico
consumiamo
l’ultima cena
di sperma
e di ambrosia
e con silenti parole
intoniamo
l’orrore vacuo
della nostra
implacabile colpa.
Senza pentimento
Senza assoluzione
Ecce agnus dei
Qui tollis peccata mundi!
Nella notte
ho divorato
il tuo corpo pagano
come bestia
rubata
dal figlio
al Padre assassino.
E la tua lingua
di lancia
e di fuoco
ha scavato
il piacere
nel dolce riflesso
del mio quadro
di morte
Ecce agnus dei
Qui tollis peccata mundi!
Amore di spine
e di foglia
avevo fame e sete
e voglia
di farmi di sesso
e zucchero bruno.
La tua bellezza
di seta ed acciaio
l’ho gettata
nel cilindro di plastica
di una spada
raccolta
per strada
come l’ultimo sogno
di un santo clochard
Ecce agnus dei
Qui tollis peccata mundi!
Nelle vene
esplode
lo zucchero bruno
benedetto da dio
e di tutto mi spoglia:
di fame e di sete
di colpa e di voglia.
Solo l’estasi oscura
di un’incestuosa
fantasia pornografica
ruba la scena
oramai
di un amore
malato
Ecce agnus dei
Qui tollis peccata mundi!
Resto qui
a masturbarmi
con le mie emozioni
di tossico
confondendo
i ricordi
di una notte
d’oro
e d’avorio
Consumata
sull’asfalto rovente
di una latrina
chiamata Gomorra
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