martedì 15 aprile 2014

LA FARSA DEL CRETINO, CHE PAGHERA' PER LO SQUADRISMO FASCISTA DELLE FORZE DELL'ORDINE




Il poliziotto che, con la vigliaccheria e la violenza tipica di molti esponenti delle forze dell'ordine italiane, è salito con lo scarpone sull'addome di una ragazza inerme, sabato 12 aprile, durante la manifestazione per la casa, a Roma, si è consegnato ai colleghi, dichiarandosi colpevole. Siamo alla farsa.
In pratica, dopo le parole del prefetto Pansa, che in lui individuava un cretino, unico responsabile di atti brutali nel corso degli scontri, il succitato funzionario non aveva altro da fare. E' lui il capro espiatorio che, confessando cristianamente la sua colpa, dovrà salvare la faccia ai reparti anti sommossa delle forze dell'ordine, da anni responsabili di angherie e sopraffazioni ai danni dei manifestanti. Del resto, l'ineffabile Pansa ha elogiato tutti gli atri che, a suo parere, si sarebbero comportati correttamente.
Che poi, nel corso di legittime manifestazioni contro le criminali politiche messe in atto da governi inchinati ai diktat della Troika, ci siano teste rotte, manganellate, soprusi, ragazzi condotti nelle questure o nelle caserme dei Carabinieri e minacciati al canto di inni fascisti, o ragazze molestate e minacciate di stupro, perché ree di essere comuniste, evidentemente, per il Prefetto di Ferro, tutto rientra nella normale amministrazione democratica della giustizia e dell'ordine pubblico. L'ho già detto altre volte: siamo di fronte ad una strategia che tende a criminalizzare ogni forma di dissenso, in questo paese, specie se di colore rosso e di matrice comunista. In altre parole, oltre a dettare le misure, che stanno conducendo l'Italia e i paesi dell'area mediterranea dell'Europa verso li baratro economico, sociale e politico, i regimi borghesi europei vorrebbero anche dettare le regole che disciplinino le manifestazioni di protesta. Contro la violenza del capitale, perpetrata attraverso i suoi sgherri, sarebbe auspicabile, a volte, opporsi con altrettanta violenza. Contro il fascismo finanziario, che intende zittire le voci dissidenti, piegandone schiene e volontà con cariche e manganelli, bisogna reagire con la forza delle idee, ma anche con l’orgoglio delle proprie azioni. Perfino estreme, se necessario!
«Se uno lancia un sasso, il fatto costituisce reato. Se vengono lanciati mille sassi, diventa un’azione politica. Se si dà fuoco a una macchina, il fatto costituisce reato. Se invece si bruciano centinaia di macchine, diventa un’azione politica. La protesta è quando dico che una cosa non mi sta bene. Resistenza è quando faccio in modo che quello che adesso non mi piace non succeda più». Ulrike Meinhof





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