venerdì 27 febbraio 2015

IL NUOVO DECRETO ANTITERRORISMO: TRA ORWEL E FOUCAULT

Più repressione. Più guerra. Più razzismo. Costituzione di una superprocura antiterrorismo, accorpata a quella antimafia. Immunità, quasi illimitata, per gli agenti dei servizi segreti: molto probabilmente anche con l’estensione alla licenza di uccidere. E, per chiudere, quell’ allure di anticomunismo, che non guasta mai e non poteva certo mancare. Sorge spontaneo chiedersi, infatti, come questo decreto verrà utilizzato nei confronti dei movimenti, degli antagonisti e di tutti coloro che dissentono, da sinistra ed in modo radicale, con le politiche neoliberiste, imposte dalla trojka, a partire dai No Tav, No Muos e No Triv. Questi, dunque, i principi ispiratori alla base del nuovo decreto antiterrorismo, varato dal Consiglio dei Ministri. Un decreto che, facendo leva sul sentimento di paura, nei confronti dell’Isis, diffuso a piene mani da politici e media, si appresta a restringere, ulteriormente, il nostro già angusto orizzonte di libertà, e ad allargare, d’altro canto, quello del controllo asfissiante di uno stato italiano, sedicente democratico e liberale, sempre più piegato, invece, alle logiche che sovrintendono alle dinamiche geopolitiche tipiche dell’imperialismo, e sottese al sistema mercantile imposto dal grande capitale finanziario e monopolistico. Ci avviamo, a grandi passi, sempre più verso una società controllata capillarmente, in tutti i suoi aspetti e settori. Altro che “1984” di Orwell o “Sorvegliare e Punire” di Foucault. Il fascismo è, oramai, la realtà. Con cui bisogna fare, quotidianamente, i conti.

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