Rothko Chapel

Rothko Chapel
"L'estensione logica del business è l'omicidio!" (D. Cronenberg)

giovedì 13 dicembre 2012

UN INQUIETANTE PARADOSSO




Allora...A Servizio Pubblico, ieri sera, sento un immobiliarista -cioè, un signore che possiede multiproprietà, insomma un ricco- che si lamenta dell'IMU. Prima, nel corso di un servizio, i fascisti di casa pound -che dicono di avere, nell'Italia nata dalla Resistenza al nazifascismo, diritto di parola e di protesta- si erano dichiarati antisistema. E, a sentirli, se uno non ha un’adeguata preparazione politica e non sa che da quel sistema loro traggono linfa vitale, oppure non volendo porre la dirimente questione ideologica -visto che di nazisti pur sempre si tratta, cioè di gente la cui matrice culturale è criminale, omicida, genocida- hanno anche le loro ragioni, considerando il momento storico-politico che ci troviamo a vivere.

Poi sento un certo Tremonti –ex Ministro dell’economia e delle finanze del governo Berlusconi- attaccare la Germania e le politiche neoliberiste e filobancarie sostenute da BCE , UE e FMI, e proporre politiche sostanzialmente protezionistiche ma, ovviamente, a favore esclusivamente dell'impresa e del Capitale nazionale. In questo ambaradan, Di Pietro, che dovrebbe collocarsi in quell'area che oggi si identifica con la sinistra del PD, non riesce a fare un discorso politico compiuto se non annaspando e sparando slogan populisti, anche se sulle spese militari ha assolutamente ragione. Insomma tutti, conducendo il discorso sul filo del paradosso, sembrano essere contro il sistema e hanno motivi validi per esserlo e per lamentarsene. Fatte le debite differenze, s’intende!

Ecco, a me questo paradosso fa una paura infinita. Perché la situazione è talmente liquida, talmente indistinta, da andare a gonfiare un magma populista, o di parole che decadono a livello populista, che cresce esponenzialmente e pericolosamente, non solo e non tanto in funzione elettoralistica ma, ed è questo quello che più temo, con lo scopo di confondere sempre di più le idee e di frastornare sempre di più le coscienze dei cittadini, fin quasi all’entropia.

Soprattutto, all’interno di questo già desolante quadro, manca -al di la di poche e sparute eccezioni, è ovvio- nel variopinto arcipelago della sinistra, e soprattutto di quella giovanile, una precisa cultura di “classe” finalizzata alla necessaria comprensione dell’attualità del conflitto capitale-lavoro -anche perché il conflitto si è oramai esteso a livello globale ed è tra finanza e lavoro, e la differenza non è poca- così venendo vieppiù a mancare una forza politica di riferimento, capace di interpretarlo quel conflitto. La sinistra accettata nei salotti buoni, quella oramai genuflessa agli interessi del grande finanzcapitalismo, come lo definisce Luciano Gallino, non la prendo in considerazione: lor signori sanno quanto sia duro oggi quel conflitto, ma hanno deciso di voltare la faccia dall’altra parte, dalla parte cioè dei banchieri e delle borghesie parassitarie, tradendo, di fatto, la loro “classe” di riferimento! Manca insomma, per farla breve, una forza comunista capace di farsi interprete di quella lotta di classe che, nel corso del '900, ha fatto da argine allo strapotere delle forze del capitale e, pur tra immense difficoltà e a costo di sangue versato, è riuscita a fare avanzare e progredire la classe lavoratrice.

E quando alla fine della trasmissione tiro le somme, sono piuttosto agitato. La sensazione che ho è che stiamo andando incontro ad una confusione e ad una indeterminatezza politica, economica, sociale, civile ed etica tale, che l’orizzonte mi appare simile, se non addirittura più oscuro di quello che si materializzò dopo la grande depressione del '29.

E visto come finì allora, trionfo del nazifascismo e guerra mondiale, beh, Maya a parte, ho veramente paura!

mercoledì 12 dicembre 2012

Breve ricordo di un 12/12…ma era il 1969

Oggi, il 12/12 1969, alla Banca Nazionale dell’Agricoltura, in Piazza Fontana a Milano, servizi segreti e fascisti fecero esplodere una bomba. 14 morti e 120 feriti. Fu detta La madre di tutte le stragi. Con essa, infatti, s’inaugurava la strategia della tensione, quella pratica con cui lo stato borghese, attraverso pezzi deviati dei servizi segreti –Ufficio Affari Riservati, SIM, SISDE- uomini della polizia e dei carabinieri, in collaborazione con la CIA e in collusione con strutture armate occulte, con l’ala stragista dell’ estrema destra, con la mafia e la P2 –cui, ricordiamolo, era iscritto anche l’oggi redivivo Berlusconi- non esitò ad uccidere alcune centinaia di cittadini di questo paese, con l’obiettivo di mantenere lo status quo, cioè la guida democristiana della nazione, in chiave anticomunista. Tant’è vero che i primi accusati di quella strage furono gli anarchici del gruppo 22 marzo, a cominciare da Pietro Valpreda, che si fece, da innocente, 3 anni di carcere e Pino Pinelli, ucciso dalla polizia tramite defenestrazione dall’ufficio del commissario Calabresi, della questura di Milano. I responsabili, però, non sono mai stati individuati. Come mai, nessuna condanna, nonostante le responsabilità di Stato e di gruppi dell’estrema destra, come Ordine Nuovo -il cui capo era il boia Rauti, suocero dell’attuale sindaco di Roma, Alemanno- siano accertate.
E dopo 40 anni, i familiari delle vittime furono addirittura condannati a pagare le spese processuali. Questa è la democrazia italiana, questa la democrazia dello stato borghese. Questa la democrazia delle elite finanziarie che, oggi come allora, pur di mantenere i propri privilegi e inalterati i profitti derivanti dai propri affari, non esitano ad uccidere innocenti. E ricordiamoci –ma ricordiamolo soprattutto ai giovani che, probabilmente, di questi avvenimenti pochissimo sanno- che, ai vertici dello stato italiano, ancora oggi, ci sono uomini che, di quella stagione delle stragi –fino alle stragi di mafia degli inizi dei ’90, in cui trovarono la morte Falcone e Borsellino- furono protagonisti. A cominciare da Berlusconi, Cicchitto, il senatore a vita Andreotti, Dell’Utri, una parte di AN, lo stesso presidente Napolitano; o come l’ex ministro Nicola Mancino ecc. ecc.
Tutto questo, lo ripeto, in chiave anticomunista. E’ Storia…





martedì 11 dicembre 2012

LE COMUNI ORIGINI DEL NEOLIBERISMO GLOBALIZZATO E DELLA CRISI




L’architrave delle politiche neoliberiste poggia su un fortunato slogan elettorale: “ridurre le tasse”! Se ci fosse il tempo per verificare empiricamente chi ha usufruito di questa imponente campagna propagandistica -apparentemente popolare- scopriremmo che l’obiettivo a lungo tempo della politica di riduzione del peso fiscale ha avuto principalmente due effetti: 1) Ridurre strutturalmente la capacità di azione politica degli stati; 2) Ridurre le tasse per i redditi alti



Furono, ai primi anni ’80, Ronald Reagan e Margaret Thatcher ad enfatizzare questo aspetto: da allora tutti i governi conservatori – ma non solo – hanno inserito l’abbassamento delle tasse ai primi posti dell’agenda politica.



David Stockman, responsabile del bilancio di Reagan, coniò una terminologia che spiega molto del senso politico di questa nuova ideologia: “affama la bestia”. La “bestia” sarebbe lo stato, finalmente obbligato ad una riduzione di spese dalle minori entrate fiscali. In regime di abbassamento di tasse le opzioni sono solo due: 1. si mantengono, più o meno, gli stessi servizi, sperando in una crescita miracolosa oppure, più probabilmente, facendo debito. Questa opzione viene detta anche “politica dell’offerta”, poiché teoricamente pagando meno tasse c’è maggiore “offerta” di reddito e si è più incentivati a lavorare; 2. si tagliano anche le spese.



Le due opzioni sono state entrambe utili alla causa dei neoliberisti. La prima infatti si è rilevata molto utile per “vendere” lo slogan “meno tasse per tutti” e celare pertanto la vera natura del provvedimento. La seconda è invece la linea guida nelle politiche economiche mondiali.



Così fece Ronald Reagan per implementare il liberismo nella già molto liberista società statunitense.



Alcuni economisti criticarono i provvedimenti di Reagan: senza adeguati tagli di spesa – sostenevano - la riduzione di entrate fiscali avrebbe fatto crescere il deficit, rallentando la crescita. Però molti altri trovarono occupazioni ben retribuite come consulenti di politici conservatori o come opinionisti in riviste di destra o come membri di associazioni e fondazioni legati ai poteri economici di tycoon conservatori.



Si stava creando, e si è creata in pochi anni, una specie di lobby con l’obiettivo di ridimensionare l’azione del governo. La riduzione delle tasse era il mezzo per raggiungere lo scopo. I teorici dell’offerta servono per la parte propagandistica; i teorici della riduzione di spesa rappresentano invece il pensiero forte della nuova politica. “L’economia dell’offerta è la faccia rassicurante – scrive il premio nobel Paul Krugman – di un movimento politico che ha un programma molto più duro”.



La decisione di ordine economico ha, in realtà, una matrice esclusivamente politica. E’ il progetto per spostare gli Stati Uniti strutturalmente a destra.



Nel 1981 Reagan varò una prima tranche di tagli fiscali. Modesti risparmi per la classe media, ma enormi per i redditi alti. L’aliquota –che nei paesi avanzati è progressiva– è stata abbassata per la minuscola quota dell’1 per cento dei super-ricchi americani dal 37 al 27.7 per cento.



Gli economisti neoliberisti e di destra, che sostengono queste politiche, ci dicono che la conseguenza è un aumento della crescita. Basta controllare i dati per verificare non solo che non è vero, ma che queste politiche economiche, non disgiunte da quelle monetariste, hanno condotto allo sfacelo che stiamo vivendo oggi, e di cui a pagare il prezzo salatissimo sono solo la classe operaia, la classe lavoratrice, i pensionati, i giovani, insomma gli strati sociali meno agiati.



La globalizzazione e i mutamenti politici e sociali ad essa legata, verificatisi negli ultimi trent’anni, sono appunto l’insieme di fenomeni che derivano o si legano al neoliberismo guidato da Washington: preminenza della sfera economica su quella politica; peso della finanza internazionale nello stato di salute delle economie nazionali; cultura di massa globale consumista e individualista; precarizzazione dei rapporti sociali e di lavoro; degrado ambientale; flussi migratori di massa; distruzione della biodiversità; espansione delle multinazionali; esplosione della disuguaglianza nord-sud; sviluppo di reti mafiose; proliferazione di paradisi fiscali; moltiplicazione delle guerre e del terrorismo; controllo dei canali informativi tramite pubblicità, tv, internet, telefonia.



E la vera alternativa a tutto ciò, sia ben chiaro, non è l’applicazione indolore, a mio modesto avviso, di politiche di stampo keynesiano, quindi riformiste, e quindi atte a mantenere in vita l’attuale sistema capitalista, ma proprio il totale sovvertimento, in senso comunista, di questo sistema che genera ingiustizia, disuguaglianza, sperequazione, competizione esasperata e, dunque, sopraffazione; e, in ultima analisi, guerra come risoluzione di conflitti di interessi e come chance per creare profitto in tempo di crisi recessiva.



Del resto, come dice Don Delillo in Cosmopolis –e sono anche le parole del protagonista dell’omonimo film diretto da Cronenberg- “La logica estensione del buisiness è l’omicidio”!





martedì 4 dicembre 2012

LA LOTTA DI CLASSE? A CAGARE… IN FONDO A SINISTRA


La Rivoluzione, in sella e svendolante, è alle porte. Suona al citofono, ma il portiere del Portone Democratico Liberista, certo Bersani, la manda a cagare: c'è un matrimonio! Quello d'interesse, tra il Renzo demo-socio-liberal-cristiano e la Lucia, mignotta mercatista, che ha dato l'addio ai monti bocconiani e liberisti.
Ma proprio non possiamo entrare, implorano i sellanti svendolanti?
Solo se firmate la carta d’intenti, risponde il portiere Bersani.
Ok, firmiamo, gridano gli sventolanti sellanti rivoluzionari, ansiosi di entrare nel Palazzo delle meraviglie.
Ma uno di loro, in preda ad una tardiva ma sincera crisi di coscienza, azzarda: e la classe operaia, il popolo, i lavoratori, con loro che facciamo?
Andassero a cagare loro, gli grida fermo il capo!
Morale: il comunismo e la lotta di classe, oggi, sono andati a cagare…in fondo a sinistra!!!

 


firmate la carta d'intenti, risponde il portiere Bersani.
Ok firmiamo, gridano gli svendolanti sellanti rivoluzionari, ansiosi di entrare nel Palazzo delle meraviglie.
Ma uno di loro, in preda ad una tardiva ma sincera crisi di coscienza, azzarda: e la classe operaia, il popolo, i lavoratori, con loro che facciamo?
Andassero a cagare loro, gli grida fermo il capo!!!
Morale: il comunismo e la lotta di classe, oggi, sono andate a cagare...in fondo a sinistra!!!!!

 

giovedì 29 novembre 2012

LA PALESTINA NELL’ONU? IL NO DELLE LOBBY E DEI GRANDI CAPITALI FINANZIARI!

 
Il voto che si terrà oggi all'ONU, per permettere alla Palestina di accedere a quell'assemblea come stato osservatore, su cui l'Italia molto probabilmente si asterrà vergognosamente e contro cui si sino già espressi Israele, USA e Germania -l'Inghilterra non ha ancora deciso- mi suscita alcune riflessioni.
La continuità tra le lobby finanziarie presenti in quei paesi, ma non solo, e gli interessi rappresentati dal governo liberista Monti sono evidenti, a partire dal petrolio. Basti pensare al fatto che il ministro Passera -ricordiamo che il PD lo vorrebbe in un eventuale governo di centrosinistra!!!!- sta per rendere noto il contenuto del "Dl sugli incentivi ed il rilancio delle infrastrutture”, con cui intende dare il via libera a trivellazioni petrolifere e gasiere selvagge nei mari italiani, con un limite per gli interventi off shore che passa da 12 a 5 miglia marine, praticamente sottocosta. Insomma, un governo che, strategicamente, intende fare piazza pulita -anche attraverso i tagli agli incentivi per le rinnovabili- di quell'economia ecosostenibile che a noi comunisti sta tanto a cuore! 
In un tale quadro di interessi finanziari, lo scacchiere medio orientale è ovviamente fondamentale. E sappiamo bene che Israele rappresenta, nel medio oriente, la testa d'ariete che consente all'occidente, e principalmente agli USA, di mantenere i propri sporchi profitti, nonché il controllo su più del 60% delle riserve mondiali di petrolio e gas naturale. Ovviamente, tutto ciò grazie al pretesto fornito dall'infinito, e infinitamente voluto e finanziato, conflitto israelo-palestinese: ma sarebbe più giusto parlare, come sappiamo, di invasione unilaterale e  di genocidio; cui va sommata, per citare Michel Chossudovsky, la quasi totale criminalizzazione del mondo e della cultura araba e musulmana attraverso slogan come "asse del male" "terrorismo islamico", "stati canaglia" "nazioni fallite".  Tutti stratagemmi lessicali, funzionali agli obiettivi geopolitici ed economici -a cominciare appunto dal petrolio- perseguiti da un occidente guerrafondaio, il cui unico scopo è imporre la sua falsa e distorta concezione democratica, dietro cui si nasconde l'unico vero interesse: la globalizzazione del pensiero e dell'economia liberista e del mercatismo, nonché il controllo e la proprietà industriale sulle estese ricchezze petrolifere della regione, imponendo allo stesso tempo, sotto l'egida del FMI e della Banca Mondiale, la privatizzazione delle imprese statali e il trasferimento delle risorse economiche di quei Paesi nelle mani del capitale estero. Una guerra psicologica, insomma -non disgiunta da quella reale- condotta senza esclusione di colpi e senza pietà,  come già quella messa in atto contro il Comunismo.
Ed è chiaro che, stando così le cose, gli USA e i suoi più fedeli alleati/servi                    -Germania, Inghilterra, Italia- senza contare Israele chiaramente, siano contrari al voto in favore della Palestina.
Personalmente e da Comunista, invece, ho sempre sostenuto e sosterrò sempre una risoluzione che preveda, non solo l’entrata della Palestina  all’assemblea dell’ONU, ma il riconoscimento di uno stato Palestinese, libero ed indipendente. 
W la Palestina…W il Popolo e la Resistenza Palestinese

lunedì 19 novembre 2012

DISADATTATO

Comunista incline all'Anarchia e disadattato: alle maschere che indossi come un clown, per cercare di riempire le voragini della solitudine, che ti inghiottono e ti risputano, lasciandoti lordo della tua stessa finzione, ai margini di un marciapiede, ubriaco e pieno di rabbia. Al sesso, cercato come un cane randagio e affamato, per non cedere al sano dolore di un amore e di una perdita; a te stesso, che giochi a rimpiattino con la morte per non sentire il delirio che ti rosicchia il cervello, come il mare con la pietra, e non guardare in faccia questo mondo, calpestato da un'umanità preda dell'avidità, del protagonismo, della vigliaccheria coperta da parole roboanti, dell'insano bisogno di possesso, spossessandosi di sé stessa.
La farsa del neoliberismo danza intorno all'ultimo falò, bruciando le ultime vestigia di una civiltà in decomposizione. Il puzzo del sangue e della carne putrefatta mi da il voltastomaco. Vorrei una Vita, un Amore, un Sogno...ma non ce la faccio. Neanche a morire.
(VM)

venerdì 16 novembre 2012

CRIMINALIZZAZIONE DEL DISSENSO E MINACCE VELATE.


E ci risiamo…. Pare ci sia una nuova voglia di Genova, di Diaz, di Bolzaneto, tra le forze dell’ordine e tra i politici nostrani, servi del Capitale. Parole già sentite, frasi sibilline, insinuazioni, giustificazioni delle violenze della polizia, terrorismo psicologico e criminalizzazione del dissenso, tornano a fare capolino tra le dichiarazioni di alcuni parlamentari, ma  anche di quei giornalisti asserviti e prezzolati dal potere che, pur condannando le violenze della polizia, sostengono che la colpa degli incidenti, avvenuti l’altro ieri durante le manifestazioni, vada ricercata esclusivamente tra quei gruppetti organizzati che, in piazza, ci scendono solo per cercare gli scontri. Insomma, la solita pratica del piede in due staffe, che contraddistingue molta, o quasi tutta, la stampa  italiana. La rabbia legittima dei cittadini, siano essi giovani o meno, di fronte alle ingiustizie di un sistema economico-finanziario e politico –il secondo, semplice esecutore legislativo del primo oramai- che li strangola, non è proprio contemplata.
Questa mattina, all’Agorà -programma condotto dall’ambiguo, seppur simpatico, Andrea Vianello su Rai 3- il figlio di papà Michel Martone –viceministro del lavoro e braccio destro della chooseyssima Fornero- con l’appoggio morale del pidiellino Osvaldo Napoli, ha sostenuto che, se la Polizia, durante le manifestazioni dell’altro giorno, ha caricato, manganellato e spaccato teste e facce -perseguendo modalità tipicamente fasciste, aggiungo io- lo ha fatto soltanto perché provocata. Da chi, mi chiedo? Da “facinorosi estremisti” liceali, la cui unica colpa è chiedere che la scuola pubblica non venga massacrata dai tagli previsti dalla legge di stabilità, o spending review che dir si voglia? O da operai, lavoratori, lavoratrici, rei di chiedere il rispetto dei loro diritti costituzionali o la conservazione del posto di lavoro? Si dice (la Rapetto ieri, sempre all’Agorà): ma avevano il casco! E cazzo signora, provocazione intollerabile!!! Ma dopo Genova, neanche quello gli vogliamo consentire?
Ferdinando Adornato, Udc  -insomma, quelli con cui Bersani e Vendola vorrebbero governare- stamattina rincarava la dose, sostenendo che le manifestazioni si possono fare, ma devono essere democratiche e pacifiche: attenzione a quelli che vanno in piazza per contestare l’agenda Monti, strumentalizzando il tutto in chiave di violenza. E attenzione anche a quelle forze politiche che, criticandola, offrono una sponda a questi  agit prop. Traduzione: il dissenso e l’opposizione alle politiche da macelleria sociale attuate dal governo tecnocratico, servo di banche e mercati, e i cui fili vengono tirati dalla Troika, sono banditi da questo paese. Inoltre, cari operai, studenti, cittadini stanchi di non farcela più ad arrivare alla fine del mese, decidiamo noi come dovete protestare. Se, caso mai, vi saltasse in testa di alzare troppo la voce, fate attenzione: sono pronte le debite punizioni corporali, messe in pratica dagli sgherri in divisa. Una minaccia velatamente mafiofascista, insomma, e in  stile tipicamente democristiano, il cui unico scopo è quello di stroncare sul nascere qualunque forma di protesta, sia essa pacifica o violenta. Ricordate il Kossiga teorizzatore dell’infiltrazione dei movimenti di sinistra, pacifici o meno? Facciamoli scendere in piazza, infiltriamo qualche poliziotto che provochi incidenti e poi interveniamo, massacrandoli. Quando le borghesie parassitarie, dalle miliardarie rendite finanziarie, si sentono attaccate nei loro interessi, sono questi i metodi che adottano, ovunque in Europa e nel mondo. Ma nell’Italia dello scellerato patto, in salsa anticomunista, tra istituzioni, mafia, vaticano e servizi segreti, questo, storicamente, è accaduto e accade più che altrove!
W la Democrazia del Capitale….W L’Italia…
Suggerirei,  a questo punto, di  non aspettare che siano i loro infiltrati a fare danni. Non deleghiamo anche quelle azioni che dovrebbero essere il frutto della nostra giusta rabbia! Non aspettiamo che siano loro a massacrarci, in parlamento e in piazza! Dovremmo essere noi ad alzare il livello dello scontro. Con ogni mezzo!!!
«Se uno lancia un sasso, il fatto costituisce reato. Se vengono lanciati mille sassi, diventa un’azione politica. Se si dà fuoco a una macchina, il fatto costituisce reato. Se invece si bruciano centinaia di macchine, diventa un’azione politica. La protesta è quando dico che una cosa non mi sta bene. Resistenza è quando faccio in modo che quello che adesso non mi piace non succeda più». Ulrike Meinhof 
Ricordiamocene di tanto in tanto. Ora e sempre Resistenza!!!

 

 

I “SERVITORI DELLO STATO” E DEL GOVERNO TECNICO, SOSTENUTO DALL’ASSE PD-PDL, ANCORA PROTAGONISTI DI VIOLENZE DURANTE LE MANIFESTAZIONI DI OGGI, TENUTESI IN MOLTE CITTA’ D’ITALIA. IL DISSENSO NON HA PIU’ DIRITTO DI CITTADINANZA NELL’EUROPA GOVERNATA DALLA TROIKA (FMI, BCE, UE)

I reparti antisommossa, servi di un potere che li paga quattro soldi, ma che evidentemente ne esalta l’essenza sadica e fascista, ancora una volta, oggi, hanno placato la loro sete di violenza, spaccando teste e facce durante i cortei svoltisi in molte città italiane. Solo la cecità dell’ignoranza, o peggio una mente ottenebrata da un’ideologia volta al puro rispetto degli ordini e della gerarchia –valori in sé stessi pericolosissimi, come la Storia ci ha insegnato- possono giustificare simili comportamenti. Essi, dunque, meritano solo il nostro disprezzo e la nostra vendetta. Prima o poi, infatti, qualcuno dovrà fermarli. Ad ogni costo e con qualunque mezzo!!! 
Non sono mai stato un fautore della violenza fine a sé stessa, intendiamoci, ma il pacifismo assurto a dimensione ideologica e a pratica politica, o l’evangelico  porgi l’altra guancia, non mi appartengono e mai mi apparterranno. Tali pratiche, infatti, come abbiamo potuto constatare negli ultimi vent’anni e più –specie in un’Italia dove buona parte delle forze dell’ordine, specie quelle addette ai servizi antisommossa, sono tornate ad essere equiparabili a veri e propri corpi parafascisti- non solo non hanno raggiunto lo scopo sperato, ma addirittura, malgrado le buone intenzioni dei loro assertori, hanno favorito e favoriscono, troppo spesso oramai, la crudeltà, istigando coloro che ad essa sono  avvezzi.  Non si può più assistere passivamente a manganellate, cariche,  facce e teste rotte di studenti, operai, senza lavoro, cittadini che reclamo diritti, per il solo fatto di ritenersi pacifici e democratici.
Contro la violenza del capitale –cui le manifestazioni pacifiche tornano utili- perpetrata attraverso i suoi sgherri, sarebbe auspicabile, a volte, opporsi con altrettanta violenza. Contro il fascismo finanziario, che intende zittire le voci dissidenti, piegandone schiene e volontà con  cariche e manganelli, bisogna reagire con la forza delle idee,  ma anche con l’orgoglio delle proprie azioni. Perfino estreme, se necessario! Insomma, per citare Toni Negri: «Dentro lo stabilizzarsi della crisi, la violenza assume infatti una valenza fondamentale. [...]Il materialismo storico definisce la necessità della violenza nella Storia: noi la carichiamo dell'odierna qualità dell'emergenza di classe, consideriamo la violenza come una funzione legittimata dall'esaltazione del rapporto di forza nella crisi e dalla ricchezza dei contenuti dell'autovalorizzazione proletaria». Riflettiamo

DIALOGO CON IL ME STESSO POLITICO, DOPO AVER ASSISTITO AL QUIZ SHOW TRA I MAGNIFICI 5 CANDIDATI ALLE PRIMARIE DEL CENTROSISNISTRA

 
DIALOGO CON IL ME STESSO POLITICO, DOPO AVER ASSISTITO AL QUIZ SHOW TRA I MAGNIFICI 5 CANDIDATI ALLE PRIMARIE DEL CENTROSISNISTRA....
Ma insomma, vuoi farti entrare in quella tua zucca vuota da veterocomunista -tra l'altro libertario e un po' anarchico, che è già una cazzo di contraddizione- che oggi c'è bisogno di una sinistra moderna, rosa -tipo salsa cocktail- dinamica e capace di cambiare in c
rsa le sue proposte, le sue alleanze, la sua strategia???
E basta con questa difesa ad oltranza della classe operaia, dei diritti dei lavoratori, degli ultimi, dei diseredati. E che palle!!! E poi, cos'è 'st'idea di un governo dal basso, senza capipartito??? E liberare gli esseri umani dalla schiavitù del lavoro, dai bisogni materiali, dalla smania, tutta contemporanea, di affermazione prevaricatrice e di protagonismo?? Ma dove campi? E La Bce, il Fmi, l'UE, gli USA, l'imperialismo, il neocolonialismo, il Capitalismo e la Società dello Spettacolo che facciamo, li buttiamo nel cesso??? Lo vuoi capire che soltanto questi assicurano la "vera democrazia"?
E poi, cazzo, ti vuoi render conto, una buona volta, che in Italia hanno sempre governato Mafia, Vaticano e Servizi Segreti!?!?! Che vuoi fare, metterteli contro? Ma lo hai capito o no che nel Pantheon della sinistra ci sono Papa Giovanni e il cardinal Martini? Oh, loro, mica Marx, Lenin,Gramsci, Guevara, Castro, Chavez, e il tuo filosoficamente amato Bakunin!!! Ma allora sei proprio un marxista ottuso... E anche anomalo, per la madonna!!!
E quest'idea di libertà, anche un po' anarcoide -diciamolo chiaro- che ti porti dietro -ti cazzeano gli stessi compagni comunisti- cos'è? Ma vuoi rassegnarti a crescere, a guardare in faccia la realtà, a ragionare per convenzioni, schemi e paradigmi ben precisi? Lo vuoi capire che tieni un' età?
No, ho capito...oramai sei fuori di testa: ti senti un po' Gesù Cristo e un po' Che Guevara!!!! Preparati un posto al manicomio...Oramai ti manca solo quello!!!
orsa le sue proposte, le sue alleanze, la sua strategia??? E basta con questa difesa ad oltranza della classe operaia, dei diritti dei lavoratori e di quelli civili, degli ultimi, dei diseredati. E che palle!!! E poi, cos’è st’ idea di un governo dal basso, e di una politica senza capipartito? E liberare gli esseri umani dalla schiavitù del lavoro, dai bisogni materiali, dallasmania, tutta contemporanea, di affermazione prevaricatrice e di protagonismo? Ma dove campi? E la Bce, l’Fmi, l’Ue, gli USA, l’imperialismo, il neocolonialismo, il Capitalismo e la Società dello Spettacolo, che facciamo, li buttiamo nel cesso??? Lo vuoi capire che soltanto questi assicurano la “Vera Democrazia”?
Ma poi, cazzo, ti vuoi rendere conto, una buona volta, che in Italia hanno sempre comandato Mafia, Vaticano e Servizi Segreti?!?! Che vuoi fare, metterteli contro?  E lo hai capito o no che nel Pantheon della sinistra ci sono Papa Giovanni e il Cardinale Martini? Oh, loro, mica Marx, Lenin, Gramsci, Che Guevara, Castro, Chavez, o il tuo filosoficamente amato Bakunin!!!!! Ma allora sei proprio un marxista ottuso…e anche anomalo, per la madonna!!!
E quest’altra idea di Libertà, anche un po’ anarcoide, diciamolo chiaro, che ti porti dietro –ti cazzeano gli stessi compagni comunisti- cos’è? Ma vuoi rassegnarti a crescere, a guardare in faccia la realtà, a ragionare per convenzioni, schemi, paradigmi ben precisi? Lo vuoi capire che c’hai un’età?
No, ho capito….oramai sei fuori di testa: ti senti un po’ Gesù Cristo e un po’ Che Guevara. Prenotati un posto al manicomio. Del resto, ti manca solo quello!!!!

 
 
o
rsa le sue proposte, le sue alleanze, la sua strategia???
E basta con questa difesa ad oltranza della classe operaia, dei diritti dei lavoratori, degli ultimi, dei diseredati. E che palle!!! E poi, cos'è 'st'idea di un governo dal basso, senza capipartito??? E liberare gli esseri umani dalla schiavitù del lavoro, dai bisogni materiali, dalla smania, tutta contemporanea, di affermazione prevaricatrice e di protagonismo?? Ma dove campi? E La Bce, il Fmi, l'UE, gli USA, l'imperialismo, il neocolonialismo, il Capitalismo e la Società dello Spettacolo che facciamo, li buttiamo nel cesso??? Lo vuoi capire che soltanto questi assicurano la "vera democrazia"?
E poi, cazzo, ti vuoi render conto, una buona volta, che in Italia hanno sempre governato Mafia, Vaticano e Servizi Segreti!?!?! Che vuoi fare, metterteli contro? Ma lo hai capito o no che nel Pantheon della sinistra ci sono Papa Giovanni e il cardinal Martini? Oh, loro, mica Marx, Lenin,Gramsci, Guevara, Castro, Chavez, e il tuo filosoficamente amato Bakunin!!! Ma allora sei proprio un marxista ottuso... E anche anomalo, per la madonna!!!
E quest'idea di libertà, anche un po' anarcoide -diciamolo chiaro- che ti porti dietro -ti cazzeano gli stessi compagni comunisti- cos'è? Ma vuoi rassegnarti a crescere, a guardare in faccia la realtà, a ragionare per convenzioni, schemi e paradigmi ben precisi? Lo vuoi capire che tieni un' età?
No, ho capito...oramai sei fuori di testa: ti senti un po' Gesù Cristo e un po' Che Guevara!!!! Preparati un posto al manicomio...Oramai ti manca solo quello!!!

 

martedì 13 novembre 2012

 
GUERRE MEDIORIENTALI E COMPLICITA’ OCCIDENTALI



 

Il dolore, la rabbia, il disgusto per il quotidiano massacro, perpetrato dalla criminale mano sionista nei confronti del popolo palestinese, è paragonabile ad una lama affilatissima che lacera la dignità di chiunque si ritenga ancora un essere umano.  Ma, per citare Artaud, siamo "in un mondo in cui si mangia ogni giorno vagina cotta in salsa verde o sesso di neonato flagellato e aizzato alla rabbia, colto così com'è all'uscita dal sesso materno". E in un mondo siffatto, dove lo stupro dello stesso concetto di vita viene giustificato, e quasi teorizzato, nel nome di quella folle ideologia chiamata capitalismo-finanziario, che ha fatto dell'avidità umana il fertile terreno dove far prosperare l’egoismo del tornaconto personale, le ingiustizie, l'odio, la discriminazione, servendosi anche delle più becere derive del fanatismo religioso, in un mondo siffatto siamo tutti responsabili.  Innanzitutto l’Occidente -inteso come entità geopolitica- privo di scrupoli che, per i suoi luridi interessi, soprattutto legati al petrolio, avalla e sostiene –mediante una stampa o direttamente complice o colpevolmente e strumentalmente silente, e quindi eticamente deprecabile-  quello che, oramai a tutti gli effetti, possiamo considerare un genocidio. Ma,  prima ancora, coloro che -e chiamo in causa innanzitutto me stesso- ritenendosi di sinistra, o meglio Comunisti, poco fanno per sostenere la causa palestinese.
Dunque, in questo delirio epocale di inerzia borghese, accucciata ai piedi del Moloch mercatista, che tutti ci immola e ci dissangua nel  nome del Potere e del Denaro; in quest’era di coscienze e volontà imbrigliate da una sorta di entropia morale, sbalestrata da una sorta di altalena edonistico/qualunquista, mi sento di dire grazie a chi, come la compagna Rosa Schiano, rischia la vita tutti i giorni. E onore alla Resistenza Palestinese, che oltre ad essere Resistenza di popolo è resistenza di classe. Resistenza, cioè, di diseredati  contro uno degli eserciti più armati della terra.
 
W LA RESISTENZA PALESTINESE…W IL POPOLO PALESTINESE


Nell'immagine (la foto è dell'attivista Rosy Schiano), la maglia che indossava il piccolo Ahmed Younis Khader Abu Daqqa, 13 anni, mentre giocava a pallone fuori la sua abitazione, ucciso da un proiettile israeliano.

domenica 11 novembre 2012

                    CARNE DOLOROSA, AMOROSA FOLLIA
Il teatro di Sarah Kane, tra metafore corporee e destini di crudeltà*
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Mi sia consentito cominciare questa recensione in un modo un po’ insolito, dicendo che, se è giusto, quasi doveroso per un critico o un cronista teatrale analizzare uno spettacolo, per informare il pubblico, anche tentando di offrire a questo una lettura più immediata della rappresentazione stessa, è anche vero che ci sono casi, come in tutte le opere frutto del pensiero o della creatività umana, per i quali quella prassi informativa riesce difficile rispettarla. E’ possibile, infatti, trovarsi al cospetto di opere in cui l’autore ha posto in gioco più della sua stessa vita, più della sua anima, trasfigurate dalla creazione artistica o filosofica. Ha posto in gioco, in questo particolare tipo di opere, il nucleo stesso del suo dolore, ri-velandoci i suoi più reconditi segreti, aprendoci le porte più terribili della sua anima, introducendoci nelle stanze più buie della sua psiche, mettendoci difronte anche alle sue abiezioni, meschinità, perversioni. In una parola, ciò che ha posto in gioco è il suo sconfinamento irreversibile nei territori della follia o della morte. E’ capitato a tanti: scrittori, filosofi, pittori, drammaturghi. E’ capitato anche a Sarah Kane, drammaturga considerata la capofila della cosiddetta “new angry generation” britannica, che tanto interesse ha suscitato in tutto il mondo della cultura in questi ultimi anni. Per quanto, secondo me, la Kane rifugga, tanto per struttura e stilemi drammaturgici, quanto per la sua stessa esperienza esistenziale, da qualsivoglia etichetta o slogan fossilizzante. I cinque testi in cui si condensa il suo teatro –dal primo, “Dannati”, fino all’ultimo “Psicosi delle 4.48”, passando per “L’amore di Fedra”, “Purificati” e “Febbre”- sembrano, infatti, un’accelerazione progressiva verso la fine, il baratro; ma anche un bisturi chirurgico operante negli abissi della psiche e atto ad estirpare il cancro di un mondo in rovina che le cresceva dentro -un “mauvais sang”, ricordate Rimbaud?- un sangue infetto, che dall’esterno penetra e divora tutto. Dall’esterno, si, dal mondo sociale e “civile”: perché guai a credere, secondo la logica benpensante e borghese, che la Kane fosse malata: depressa o psicotica non importa, basta che con la malattia del soggetto il mondo “sano” possa sentirsi protetto, possa riconoscere il diverso, il mostro. Insomma, l’altro/nemico!!! Guai a pensare così, amici e compagni di strada. La Kane era viva, e in lei ardeva la fiamma della vita più che in chiunque altro. Proprio per questo il suicidio ha rappresentato, secondo me almeno, non un atto di vile rinuncia alla vita, bensì un’affermazione della vita stessa, un trionfo della vita nella morte, in una morte che, purtroppo, le è parsa come l’unica e ultima soluzione buona per risolvere, in pratica, un problema di incomprensione, di mancanza di risposte ad una domanda sostanzialmente semplicissima e se si vuole banale: Perché il mondo è così crudele? La domanda di una fanciulla che non riesce, non può capire. E la morte, forse, sarebbe dovuta essere soltanto un’altra allegoria drammaturgica, un altro gioco scenico e catartico che però, purtroppo, le è sfuggito di mano, introducendo un eccesso di realismo nella finzione del teatro. Del resto lo dice lei stessa in “Febbre”: «Un orrore così profondo può essere frenato solo da un rito». E a me piace pensare che si riferisse, almeno in quel caso, al rito teatrale, e non al lugubre rito della morte. E la vita palpita, in tutta la sua verità, anche in un testo apparentemente preconizzatore di morte come “4:48 Psychosis”, che è stato portato in scena al Teatro Nuovo di Napoli da Monica Nappo, interprete, e Pierpaolo Sepe alla regia. Un’affermazione che può sembrare un paradosso a leggere il testo o ad assistere alla sua messinscena, che sembra annunciare la morte della scrittrice, ma non lo è. Perché soltanto quando la vita è consapevole della sua finitezza, della sua natura effimera e ingannevole è vera e palpitante. Nietzsche in “La nascita della tragedia”, giustamente dice «[…] Nella coscienza di una verità, ormai contemplata, l’uomo adesso vede dappertutto soltanto l’orrore o l’assurdità dell’essere; ora comprende quel che vi è di simbolico nel destino di Ofelia, ora riconosce la saggezza del dio silvestre Sileno: prova ripugnanza[…]». Ecco, nella Kane, e in questo suo testo in particolare, convive la duplice natura di Ofelia/Amleto: e prova ripugnanza dell’agire, come Amleto; ma anche un amore immenso, disilluso e rubatole dalla crudele follia del mondo, come Ofelia. E con lei anche noi, dovremmo provare ripugnanza e, forse, trovare nell’amore quell’illusione che a lei non è bastata per sopravvivere. A ben considerare le parole della Kane, che la Nappo riesce a trasformare in schegge di vetro che sfregiano l’anima e il cervello degli spettatori grazie ad una recitazione sincopata e fluttuante tra pause, lunghi silenzi, improvvise esplosioni di parole affastellate, che rimanda tutto il senso della tragedia esistenziale e della lucida visionarietà –mi si passi l’ossimoro- a ben considerarle, quelle parole, si capisce come la Kane si trovasse sulla soglia, sospesa tra la vita e l’assenza. Certo, già le prime frasi del testo-monologo sono una scudisciata, una chiara affermazione, sotto forma di allegoria, dell’inutilità, dell’ipocrisia, della corruzione dell’esserci fisico e psichico, del mondo e dell’umanità: sembra, a tratti, di ascoltare, con un linguaggio contemporaneo, Rimbaud o Holderlin «una coscienza antica abita dentro una buia sala da banchetti accanto al soffitto di una mente il cui pavimento si muove come diecimila scarafaggi quando entra un raggio di luce non appena tutti i pensieri riuniscono in un attimo di accordo un corpo che non espelle più nulla gli scarafaggi comprendono una verità che nessuno osa nominare. Una notte tutto mi fu rivelato. Come posso ancora parlar?» Ma poi, più avanti: «Io non voglio morire». «Per favore. Non spegnete la mia mente cercando di rimettermi a posto. Ascoltate e capite». «Sono stanca della vita e la mia mente vuole morire. E’ una metafora, non la realtà. E’ una similitudine». E, a chiusura del testo «per favore aprite le tende», una vera e propria richiesta di luce. A questo punto, credo si sia compreso perché in apertura dicessi che una recensione, in casi come questo, è difficile, se non addirittura inutile: perché peccherebbe inevitabilmente di presunzione intellettualistica e di autoreferenzialità, laddove bisognerebbe soltanto aprire la mente, gli occhi e le orecchie e ascoltare con rispetto. Un rispetto che va riconosciuto in primo luogo alla Kane, per quel suo mettersi in gioco oltre la vita; ma poi anche a Monica Nappo e a Pierpaolo Sepe, che hanno avuto il coraggio di affrontare un testo tanto complesso, drammaturgicamente e sul piano delle emozioni. E si badi bene, poco importerebbe se lo spettacolo non fosse riuscito. Parlo di un rispetto a prescindere, che va attribuito al valore etico che la Nappo e Sepe hanno posto nel loro lavoro. E, invece, non soltanto lo spettacolo è riuscito, ma ci troviamo al cospetto di un messinscena che ci regala brividi intensi, in cui la regia di Sepe ci restituisce tutta la tragica emozione che attraversa il testo, con un lavoro di frammentazione e di destrutturazione della lingua e del corpo e attraverso immagini che colpiscono allo stomaco e danno intelligentemente fastidio. Monica Nappo, da parte sua, scolpisce una partitura di gesti e di parole, di accelerazioni e frenate, che sono la perfetta allegoria scenica di un’anima sull’orlo del suicidio e della vita, come abbiamo già avuto modo di dire precedentemente. E’ un corpo in preda alla febbre del lucido delirio, si fa carne dolorosa, maschera di rabbia impotente e implorante, corpo-icona che, colto nella sua nudità, danza l’amore e la follia. Una danza visionaria, folle e liberatoria, mossa da quelle squassanti musiche che solo la mente sa far risuonare in un corpo. Ma sono solo chiacchiere e difronte al lirismo della morte e della follia, quand’anche rappresentate, sarebbe meglio tacere.
 
 
* Testo originariamente pubblicato come recensione allo spettacolo 4.48 Psychosis, con Monica Nappo, per la regia di Pier Paolo Sepe, Nuovo Teatro Nuovo, Napoli (2001-2003)

giovedì 8 novembre 2012


AGAINST ADDICTED TO FASCISMS




MA CHI CAZZO SE NE FOTTE CHE E' STATO ELETTO OBAMA?!?!
"Un paio di precisazioni:
Ricordiamo che, in suo favore, c'è stato l'endorsement di un certo Sergio Marchionne, cioè di un aguzzino parafascista, ricattatore della classe operaia. E che, inoltre, lo stesso Obama, alle elezioni francesi, ha dato appoggio a Sarkozy.
Insomma, non si capisce l'entusiasmo, non solo dei Piddini italiani -oramai, su questa gente stendo, da tempo, un velo pietoso- ma anche di certi comunisti o sedicenti tali. Men che meno comprendo l'entusiasmo del Manifesto. Insomma, ma chi cazzo se ne fotte che è stato eletto Obama?!?!
Negli USA esistono due partiti di destra e la politica risponde a logiche private ed è eterodiretta dalle lobby finanziarie, dalle multinazionali, insomma dal mercato. Per chi aspira ad un mondo diverso, per i poveri, per la classe operaia di tutto il mondo non cambia nulla. Diciamolo una buona volta: gli USA sono un paese antidemocratico, imperialista e basato su una struttura sociale, economica e politica elitaria, dunque ingiusta e tendenzialmente fascistoide.
Personalmente, lotto per l'affermazione degli ideali comunisti, di libertà e di giustizia. E negli States mi arresterebbero...ammesso che mi andasse bene!!!!"

venerdì 2 novembre 2012

VECCHIE LOGICHE, ABUSATI VANGELI
 
 
 
 
Crocetta, neo eletto presidente della Regione Sicilia, è un ex comunista che dichiara, con orgoglio, di conoscere il vangelo a memoria. Ma chi stracazzo se ne fotte!!! Rileggiti Marx e qualche economista marxista contemporaneo, invece di recitare giaculatorie e votare l'abolizione dell'articolo 18, il fiscal compact e il pareggio di bilancio in costituzione!!!
Evidentemente, però, l'ex comunista ...
Crocetta -il nome del padre di lacaniana memoria non sbaglia- così si è subito accreditato presso la Santa Sede e il clero siciliano. Cioè, presso quell'accolita di emeriti farabutti -tranne rare eccezioni, s'intende!!!- che, da sempre, hanno rappresentato, insieme alla borghesia parassitaria e massonica dell'isola, il più valido ed omertoso sostegno alla mafia!!!
Basti pensare allo scandolo dello IOR -Istituto Opere Religiose, o più comunemente conosciuto come Banca Vaticana- travolto in svariati scandali, a cominciare dall'affare Sindona e dal crac del Banco Ambrosiano, per proseguire con lo scandalo Enimont e finire con i casi Fiorani-BPI e Anemone-Grandi Opere. Scandali nei quali troviamo coinvolti, sempre, gerarchie vaticane -compreso il papa- mafiosi, logge massoniche, faccendirei, fascisti ecc.
Crocetta non lo conosco e dice di voler fare pulizia nella regione sicilia, rompendo con le vecchie logiche di potere. Sarà, e me lo auguro. Ma intanto si è alleato con quell'UDC che ha portato al potere, nell'isola, cotal Cuffaro -detto Totò vasa vasa- condannato per favoreggiamento e per aver stretto un accordo politico-mafioso con il boss Giuseppe Guttadauro....
Crocetta, però, recita i vangeli a memoria. Preventivo lavacro dell'anima per eventuali, probabili peccati. AMEN!!!

 
                                                                    
 
                                                               PER-CEPTION
 
 
Lunedi 5 Novembre 2012, presso il Chiostro di Santa Patrizia, il Museo Anatomico di Napoli - nell’ambito delle attività di didattica elettiva sviluppate per la Facoltà di Medicina e Chirurgia della Seconda Università degli Studi Napoli - insieme all’Accademia delle Scienze delle Comunicazioni e delle Arti Mediterranee ed in collaborazione con Ariete Onlus, presentano  l’evento  PER-CEPTION.    I progressi tecnico-scientifici, mai come nella nostra epoca, stanno modificando radicalmente la storia dell’uomo. Confrontarsi con le straordinarie conquiste dell’attuale terza rivoluzione digitale richiede una riflessione attenta su come sta evolvendo l’idea del corpo (così come le sue rappresentazioni culturali e scientifiche) e dunque il destino dell’uomo nelle società  multietniche e globalizzate contemporanee.

Durante l’evento PER-CEPTION – a cura di Simona Chiapparo e Vincenzo Morvillo - è previsto il convegno “La centralità della visione anatomica nel pensiero medico-scientifico contemporaneo”, inaugurato dalla Lectio Magistralis del Prof. Vincenzo Esposito, dove interverranno il regista Francesco Saponaro, l’artista Antonella Raio, il cardiologo Procolo Marchese e l’attore Yacoubou Ibrahim. A seguire l’installazione INNESTI 3 dell’artista Antonella Raio negli spazi del Museo Anatomico.

 

PER-CEPTION

 

A cura di Simona Chiapparo e Vincenzo Morvillo

 

Realizzazione:

 

Museo Anatomico di Napoli 

(attività di didattica elettiva per la Facoltà di Medicina e Chirurgia,

Seconda Università degli Studi di Napoli)

 

Accademia delle Scienze delle Comunicazioni e delle Arti Mediterranee

 

In collaborazione con 

Ariete Onlus

 

 

Segreteria Organizzativa: Sikrea

 

Info: 333.3495555  mail:info@sikrea.it

 

 

 

 
IL LORO DIO E' IL DENARO. LA NOSTRA FORZA E' LA LIBERTA'
 
 
 
 
Marchionne, dopo la sentenza della magistratura, che obbliga la FIAT a reintegrare i 19 operai targati Fiom, annuncia che, per far posto a loro, ne metterà in mobilità altri 19. Un ricatto tipicamente mafioso, una rappresaglia tipicamente f...
...ascista, che solo un uomo -un uomo?- meschino, vigliacco e sprezzante non solo dei diritti dei lavoratori, ma principalmente delle umane emozioni e difficoltà, poteva mettere in atto! Un miliardario, bastardo e disgustoso, che si diverte a giocare con la vita e sulla pelle degli operai -guadagna, quest'aguzzino, quanto 6400 dei suoi dipendenti- mettendoli l'uno contro l'altro. Questo è intollerabile e grida vendetta!
Il problema, però, non è solo Marchionne. Il problema più grande e l'atto di vigliaccheria più grave viene, secondo me, dalle parole di un venduto agli interessi padronali come Bonanni, segretario CIsl, il quale, pur criticando -ma lo fa a mezza bocca, al Tg3- l'Ad Fiat, attacca la Fiom, rea di perseguire un gioco al massacro per difendere -ma guardate un po' che pretesa che hanno sti sindacati che non vogliono sentirsi cani al guinzaglio del padroncino- i diritti dei propri iscritti. Secondo Bonanni, la Fiom -e con essa gli altri sindacati, che non accettano il ricatto infame di Marchionne- deve firmare l'accordo e assoggettarsi al volere della maggioranza. In pratica, Bonanni teorizza la dittatura della maggioranza all'interno di un sistema democratico che, per sua stessa naturale attitudine, dovrebbe tutelare le minoranze. Un'affermazione la cui gravità non è circoscrivibile alla sola realtà della fabbrica -per quanto fondamentale- ma si estende all'intero sistema politico, investendo il concetto stesso, appunto, di democrazia. Anche perchè la maggioranza, di cui parla Bonanni, è una maggioranza accucciata agli interessi dell'elites finanziarie. Quelle stesse elites che, nel nome del mercato, della competizione sfrenata, e quindi dell'egoistica avidità. stanno sventrando le nostre società, disintegrando il nostro vivere civile e smantellando i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Diritti conquistati, è sempre bene ricordarlo, nel corso di quelle sanguinose battaglie che la classe operaia ha condotto durante tutto il '900.
E allora, cari Marchionne e Bonanni, se dittatura deve essere, CHE SIA DITTATURA DEL PROLETARIATO!!! COLLETTIVIZZAZIONE DEI MEZZI DI PRODUZIONE!!! E CHIUSURA DEI CONTI CON QUESTI CRIMINALI CHE, NEL NOME DEL PROFITTO, SONO PRONTI A MANDARE AL MACELLO DONNE, UOMINI E INTERI NUCLEI FAMILIARI!!!! CHE AL MACELLO CI VADANO LORO!!! A COMINCIARE DAL PD E DA QUEI GRETTI SOSTENITORI DI UNA PARADOSSALE SOCIALDEMOCRAZIA IN SALSA NEOLIBERISTA CHE, VOTANDO LE LEGGI IMPOSTE DALLA TROIKA, HANNO DI FATTO STRETTO UN PATTO SCELLERATO CON QUEI CAPITANI D'INDUSTRIA, COME LO STESSO MARCHIONNE, CHE STANNO CONDUCENDO ALLA FAME INTERI STRATI DI POPOLAZIONE MONDIALE. AL DOMINIO DEI LORO SPORCHI INTERESSI BISOGNA DIRE DI NO!!!
IL LORO DIO E' IL DENARO. LA NOSTRA FORZA E' LA LIBERTA'.
COMUNISMO O MORTE!!!!