La malafede, ai fini della manipolazione delle coscienze di lettori e video-utenti, da parte della stampa e della TV italiana, che rispondono ad interessi capital-imperialistici ben precisi, non ha limiti. Oramai, i cittadini del belpaese vengono sistematicamente deprivati di una reale informazione e della possibilità di formarsi un loro giudizio critico. Questo lo dico da giornalista che, sempre più spesso, si vergogna della categoria cui appartiene e che, forse, perciò non lavora da tre anni. Preferisco non farlo, attualmente, questo lavoro, se il prezzo da pagare è la mia dignità. Comunque, al di là delle amare considerazioni personali, che poco interessano, veniamo al fatto.
Stamattina, L'Agorà -programma in onda su RAI3 e diretto da Gerardo Greco- ha toccato veramente il fondo. Invitata, per una breve intervista, in diretta dalla Camera dei Deputati, la figlia di Julija Tymošenko, Yevhenia Tymoshenko, per accreditare l’Italia tra i sostenitori della rivolta/farsa, fintamente democratica, in atto a Kiev, e per dimostrare le vessazioni alle quali sarebbe sottoposta la madre -la Giovanna d'Arco della cosiddetta Rivoluzione Arancione- viene mandata in onda una foto, nella quale Julija, attualmente agli arresti presso un ospedale della capitale ucraina, viene ritratta mentre, su un letto, mostra dei lividi.
Ora, tralasciamo per un attimo il fatto. Io non voglio soffermarmi, più di tanto, su quanto sta accadendo in Ucraina. La situazione, però, va doverosamente precisato, al di là di quanto ci ammanniscono, mentendo spudoratamente, i media nostrani e i più diversi blog d’informazione, non attiene ai diritti, ma ad un cruento regolamento di conti –risalente, tra l’altro, al dopo U.R.S.S.- tra due diverse sponde del potere finanziario , economico e neocolonialista. Insomma, si stanno scontrando lì due fascismi. Anzi tre. Uno prettamente nazionalista -praticamente nazista- che, pur appoggiando strumentalmente la protesta filoeuropea, vorrebbe, in ultima istanza, la patria Ucraina svincolata, tanto dal giogo russo che da quello europeo; un altro, un fascismo più subdolo, finanziario direi –la cui icona è proprio la Tymošenko- che vorrebbe l'entrata dell'Ucraina nell'UE -da cui è opportunamente foraggiato- per permettere all'imperialismo occidentale di sfruttare, a proprio vantaggio e a discapito della concorrente Russia, gli importantissimi gasdotti ivi situati; infine, quello filorusso, che ha la sua peculiare origine nella russofona Crimea, e che trova la sua sponda nelle mire imperialistiche dello Zar Putin, che vuole, appunto, continuare ad avere il dominio sull'Ucraina. Anche per quest' ultimo motivo, faccio fatica a comprendere il sostegno, che francamente ritengo irresponsabile e frutto di miopia politica, otre che di una mancata e approfondita analisi -cosa gravissima per dei marxisti- dato, da molti comunisti e compagni, al filorusso Viktor Janukovyč. Putin è un fascista, non si può negarlo, e Janukovyč è a capo di un governo da lui finanziato. Un fascista corrotto e, se proprio vogliamo ricondurre tutto all'Italia, amico di quel Berlusconi che, comunista, non mi è mai sembrato essere. A meno che, non si ragioni sempre, e in maniera a dire il vero per me avvilente, nell’esclusiva ottica del solo anti-colonialismo USA e Occidentale. In poche parole, seguendo quella regola per cui il nemico del mio nemico è mio amico. Io sono marxista, comunista e internaziolista e, quindi, mi batto e mi spendo per la liberazione dei popoli da ogni oppressione fascista, capitalista e imperialista, non soltanto da quella USA od Europea. Fatta questa dovuta digressione, c’è da precisare anche, giusto en passant, che la Giovanna d’Arco, leader dell'opposizione ucraina, è in galera per aver manipolato il mercato e per aver firmato un accordo capestro sul gas, proprio con Putin e Gazprom. Cioè, in poche parole, proprio quello di cui, oggi, l’opposizione accusa il presidente, regolarmente e democraticamente eletto, questo va sottolineato, Janukovyč . Senza contare le ingenti ricchezze personali, accumulate dalla zarina ucraina, proprio con lo stoccaggio del gas, per fare aumentare le imposte a spese del suo popolo. Roba che se fosse avvenuta negli USA o in qualunque altro paese “democratico” occidentale, in galera ce l’avrebbero lasciata, giustamente, per un bel pezzo. Mentre in Italia, che è un’anomalia, forse in galera non ci sarebbe andata, ma tutti i benpensanti, giustizialisti e manettari –che oggi, tra l’altro, sono i più accesi sostenitori dell’opposizione falsamente democratica che occupa la piazza- l’avrebbero invocata a gran voce, stiamone certi. Bisogna farsene una ragione: la democrazia, in occidente, la concepiamo a seconda delle nostre convenienze economiche e geopolitiche e, cosa ancor più preoccupante, culturali. Quindi, si sprecano gli osanna e gli appelli in favore della bella e spregiudicata Julija, la cui carcerazione viene utilizzata, a ingannevoli e spregevoli fini propagandistici, per appoggiare, senza alcuna riserva, la protesta antigovernativa. Che poi questa sia gestita, strategicamente e militarmente, da forze neonaziste, poco importa. L’importante è mostrare il simulacro -solo quello è rimasto, in Italia- della democrazia e prendere per il culo i cittadini sprovveduti!
E proprio nel solco della vile mistificazione, s’inserisce l’episodio della fotografia di Julija Tymošenko, mostrata stamattina da L’Agorà. In questa foto, come si diceva più sopra, ella viene ritratta su un letto di ospedale, mentre mostra dei lividi che le sarebbero stati procurati da violenze subite durante la prigionia. La foto, viene detto, è di pochi giorni fa. Essendo dotato, fortunatamente, di una discreta memoria, ricordavo di averla già vista, quella foto. Così, mi sono messo al PC e ho cominciato a cercare. Difatti, l’ho trovata. Quella foto, a parte dimostrare ben poco delle supposte violenze subite, risale almeno due anni fa, come si può constatare dall’articolo cui si accompagna, che data 2012. Dunque, il dubbio è che venga fatta girare, di continuo, ogni volta che se ne presenta l’occasione e ce ne sia l’esigenza.
A questo punto, lascio a voi le considerazioni. Dico solo, da giornalista, che se questo lavoro non viene fatto secondo quell’etica che dovrebbe servire ad accertare la verità e al servizio dei cittadini, allora è meglio non farlo. Diversamente, si getta in un cesso la propria coscienza ed il rispetto per sé stessi.
VERGOGNA!!!
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