Rothko Chapel

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"L'estensione logica del business è l'omicidio!" (D. Cronenberg)

venerdì 20 giugno 2014

19 GIUGNO 1985: TRENT’ANNI DOPO L’ARRESTO DI BARBARA BALZERANI. I SOGNI NON SI PROCESSANO



Il 19 Giugno 1985, veniva catturata e messa in galera Barbara Balzerani, capo storico delle Brigate Rosse e fondatrice delle B.R. Partito Comunista Combattente. Barbara, lo dico subito, è una donna che sono fiero di considerare una mia amica. Ebbene, ognuno è libero di pensare ciò che vuole, in merito all'esperienza della lotta armata e a chi vi prese parte. Per quanto mi riguarda, dico che, se per lo Stato borghese, per la morale su cui si regge e per i tanti benpensanti, che di essa si nutrono, Barbara -e altri compagni come lei- è stata e continua ad essere una pericolosa terrorista, benché abbia pagato con 30 anni di carcere duro le sue idee e le sue azioni, ed oggi sia una donna libera ed una scrittrice, capace di regalarci pagine di letteratura autobiografica toccanti e sofferte, commosse ed umanissime, per me, ed altri come me, è stata ed è una compagna che, credendo fino in fondo nei propri ideali, ha avuto il coraggio, e forse anche l'avventatezza, di prendere le armi, in anni in cui la Rivoluzione era un sogno, la repressione spietata ed il fascismo sembrava alle porte. Anni difficili, di scontri sociali durissimi e spesso sanguinosi; ma anche anni esaltanti, per la carica di cambiamento radicale che sembrava accompagnarli. Che un altro mondo fosse possibile, a quel tempo, lo si credeva in tanti e per davvero. Pertanto, se Barbara –ed altri con lei- ha preso le armi, lo ha fatto in nome della Libertà, della Giustizia, dell'Uguaglianza e del Comunismo; e per ribellarsi ad un capitalismo sempre più ingiusto, oppressivo, criminale ed omologante, nella sua perversa logica di mercificazione delle vite. Ricordiamo, tra l'altro, che allora –come già prima si accennava- le forze reazionarie e conservatrici tentavano di imporre il loro dispotico dominio di classe, di cui quella perversa logica era la perfetta incarnazione, attraverso il terrorismo di stato. Un terrorismo che colpiva, come sempre accade, alla cieca, "sparando" nel mucchio, senza obiettivi strategici e mietendo centinaia di vittime innocenti. Tra gli anni '60 e la prima metà degli '80, il pericolo di un possibile ritorno della dittatura fascista non era solo un'ipotesi, ma lo si respirava nell'aria. Si considerino, ad esempio, i tentativi di golpe avvenuti dal '62 in poi -il tintinnio di sciabole del generale Di Lorenzo- le bombe -da Piazza Fontana in poi- e le complicità e collusioni tra organi dello Stato, i servizi segreti, le massonerie, le organizzazioni neofasciste e la mafia.
Barbara Balzerani, insieme a molti altri di quella generazione, imbracciò le armi contro questa pericolosa deriva. Sbagliarono? Io posso solo dire che, probabilmente, commisero un errore di valutazione politica. L'ipocrisia della condanna morale la lascio, appunto, ai censori e ai preti, di cui l'Italia è piena. Io sono, comunque, dalla parte di Barbara e di quei compagni che, come lei, hanno messo a rischio le proprie vite, solo per un ideale. Nell'ignavia, vile e crassa, che domina il nostro contemporaneo, quelle donne e quegli uomini si stagliano come giganti!
Oggi però, a trent’anni da quella vicenda, Barbara è una donna che ha pagato la sua pena, secondo le leggi di questo stato, ed è, dunque, una cittadina libera. Libera di vivere, libera di scrivere, libera di parlare. E, nonostante il fatto che, come ha dichiarato lei stessa in un’intervista, qualche tempo fa, venga, nella sostanza, ignorata dalla critica letteraria e messa ai margini del mercato editoriale, quando non direttamente sanzionata per la sua presunzione di esistenza in vita, ossia con facoltà di parola, noi quella facoltà di parola e di scrittura gliela riconosciamo tutta. Vogliamo, anzi pretendiamo, che continui a parlare, a raccontare e a denunciare questo mondo, in cui tutto è ridotto a pura merce. il vile tentativo di annichilimento totale, messo in atto dal potere “democratico” del liberale stato italiano, dai suoi intellettuali e dai suoi gendarmi del decoro, nei confronti suoi e di chi, come lei, ha preso parte all’esperienza della lotta armata, noi lo rifiutiamo categoricamente. E con noi, lo rifiutano i tanti giovani che la seguono e l’ascoltano, perché intuiscono che ha qualcosa da dire e da insegnare, in un mondo in cui a dominare sono solo il denaro ed il mercato. In cui, come detto, noi stessi siamo ridotti a pura merce di scambio. La Purezza, i Sogni, la Bellezza non si processano. E nulla, men che meno la galera dei padroni, può reprimerne la passione e l'impeto che li genera, li culla e li trasforma in forza rivoluzionaria.

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