Rothko Chapel

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"L'estensione logica del business è l'omicidio!" (D. Cronenberg)

sabato 14 giugno 2014

AUGURI CHE GUEVARA



Il 14 Giugno 1928, nasceva a Rosario, in Argentina, Ernesto Guevara de La Serna. El Che. Medico, umanista, comunista rivoluzionario e guerrigliero, si batté per la libertà del popolo cubano contro la dittatura di Fulgencio Batista, appoggiata e foraggiata dagli USA.
Contro l’imperialismo statunitense e contro le dittature fasciste da esso instaurate -che, in quegli anni, insanguinavano l’America Latina ed il mondo- il Che, anche dopo la vittoria a Cuba , non smise mai di combattere. Il suo tentativo fu di attuare la rivoluzione, popolare e marxista, in paesi come il Congo e la Bolivia. Qui, tradito, l’8 ottobre 1967, venne ferito e catturato da un reparto anti-guerriglia dell’esercito boliviano, assistito da forze speciali americane, costituite da agenti della CIA. Il giorno successivo, lo fucilarono ed il suo cadavere fu ignobilmente mutilato delle mani. Così, gli USA e le “democrazie” occidentali, il capitale e le borghesie che ne gestiscono gli sporchi profitti, si liberavano di quello che, per loro, era diventato il più pericoloso nemico. Pericoloso perché animato da ideali non negoziabili e perché credeva fermamente nella pratica rivoluzionaria, legata ai valori del marxismo, come unico strumento di liberazione dei popoli. Diceva infatti il Che: «Credo nella lotta armata come unica soluzione per i popoli che lottano per liberarsi».
Oggi, ipocritamente e spudoratamente strumentalizzato da quello stesso sistema che lo volle morto e dalla società dello spettacolo, che tutto mastica e tutto omologa, è diventato un’icona dell’insulso pacifismo borghese, finendo, ad ogni corteo e ad ogni buona occasione, su bandiere sventolate spesso senza consapevolezza politica; e addirittura sulle magliette di ragazzine e ragazzini rockettari o di mediocri personaggi, che se ne fregiano per sentirsi un po’ più “alternativi”. Finanche i fascisti di Casa Pound tentano di impossessarsene.
A me, dunque, non resta che dire a costoro: giù le mani dal Che. Giù le mani dalla sua e dalla nostra storia. Non vi appartiene e mai vi apparterrà.
HASTA SIEMPRE COMANDANTE. E, IN QUESTO CALDO GIORNO D’ESTATE, AUGURI!

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